In questi giorni la Grecia, dopo il referendum annunciato dal governo e il mancato pagamento della rata al FMI, è ancora una volta al centro del dibattito italiano ed europeo.
Dal 2009 l’Unione Europea ha usato la Grecia come una cavia da laboratorio, imponendo – con il ricatto del debito, ingigantito dal salvataggio alle banche private e dalle ruberie degli oligarchi – misure di austerità e di macelleria sociale su vasta scala, che hanno portato già a 10.000 suicidi e a migliaia di greci costretti a lasciare il Paese. In forma più estrema, le stesse misure portate avanti anche in Italia da centrosinistra e centrodestra.
Per questo la lotta di dignità delle classi popolari greche contro queste politiche criminali è la nostra stessa lotta.
Il governo Renzi e i media asserviti ci raccontano una realtà falsificata tentando di giustificare il proprio servilismo: parlano ad es. delle baby-pensioni greche non dicendo che rappresentano lo 0,001% del totale e che i pensionati greci hanno visto le proprie pensioni dimezzate in cinque anni; parlano di bilanci truccati dimenticandosi di dire che li truccarono tutti, anche Francia e Germania, come ha ammesso lo stesso Romano Prodi; ci dicono che fuori dall’euro c’è la miseria, quando è proprio l’euro che nella realtà sta portando alla miseria interi popoli.
Gli eventi di questi giorni mostrano che stando dentro l’Unione Europea non c’è spazio nemmeno per una versione mitigata di austerità: possono consentire solo la resa totale ai voleri del grande capitale finanziario. Le istituzioni europee hanno dimostrato di essere state costruite per questo: distruggere i diritti sociali che erano e sono rimasti ai lavoratori e ai popoli d’Europa in favore del grande capitale, operare un trasferimento di ricchezza e di potere verso i Paesi più ricchi e – non da ultimo – favorire l’espansione della NATO.
Esprimiamo la nostra più forte solidarietà alla lotta del popolo greco, augurandoci che il “NO” al referendum sia un primo passo per la necessaria rottura con le istituzioni europee e il debito criminale con cui ci ricattano tutti.
Se hai di fronte chi ti vuole morto, non serve negoziare condizioni migliori di resa, ma un movimento di resistenza popolare che spezzi le catene dell’austerità e del capitalismo. È giunta l’ora di prendere consapevolezza di questo e lavorare anche in Italia per la costruzione di questo necessario movimento di lotta. Questo è il sostegno più grande che possiamo dare al popolo greco in lotta per la propria vita.
I Giovani Comunisti di Milano
Milano, 3 luglio 2015