Un siparista, un macchinista, un vigile del fuoco, un falegname, una cantante lirica. Queste sono alcune delle qualifiche dall’elenco delle vittime dell’amianto presente nell’aria respirata da chi lavorava ogni giorno al Teatro alla Scala di Milano.
Lunedì 7 dicembre Fronte Popolare sarà al fianco di CUB e dei lavoratori del prestigioso teatro milanese. Un teatro avvelenato, che ha mietuto vittime dagli anni 70-80 fino ad oggi; più o meno gravi, come il tecnico in pensione che pochi mesi or sono ha scoperti di essersi ammalato di mesiotelioma pleurico, e letali, come nei sette casi accertati di morti per esposizione all’amianto dovute a carcinoma polmonare, mesotelioma.
Lunedì saremo a fianco dei lavoratori che pretendono di lavorare in ambienti sani e dignitosi, che vogliono tornare a casa dalle famiglie e trascorrere la propria vita senza dover incorrere nell’incubo di una diagnosi da intossicazione lavorativa. Lunedì si lotta ancora contro la più grande intossicazione delle nostre vite, quella che dà la precedenza al profitto dei padroni lesinando sulla sicurezza, sull’igiene, ma pensando solo alla salute dei bilanci amministrativi (e del portafoglio degli amministratori, sempre pronti a dar la caccia a bonus conseguiti su tagli al personale ed economia del budget, trovando sempre modi innovativi di commettere peculato e altre truffe a danno dei lavoratori).
La lotta per l’individuazione di responsabili che paghino per la malagestione ha la sua non certo incoraggiante storia di criticità ecologiche accettate col pretesto di presunti benefici occupazionali. Non è così: i soldi ci sono. Se anche l’archivio dell’amianto ha le sue storiche assoluzioni come quella della dirigenza Enel Turbigo, o dei Pesenti alla Franco Tosi di Legnano, dobbiamo ricordare le vittorie ottenute sull’egoismo che genera queste situazioni, come il caso della condanna ai dirigenti Pirelli dello stabilimento in viale Sarca.
Che i responsabili paghino!