di Diego Graziola
Il denaro pubblico viene investito in grandi opere inutili, un esempio in ambito valdostano: l’aeroporto. Parallelamente, si dispiega l’inaccettabile taglio per la cittadinanza ai servizi essenziali, alla sanità, all’istruzione e ai trasporti. Chi ci rimette sono sempre le classi popolari che non si possono permettere analoghi servizi privati.
La popolazione valdostana si è così mobilitata contro la sospensione, stabilita dalla Regione, della tratta ferroviaria che collega Aosta a Pré-Saint-Didier, dunque dal capoluogo all’Alta Valle che rimarrebbe così ancora più isolata. La sospensione della tratta si attuerà a partire dal 24 dicembre, data che è stata fissata da RFI, la società delle Ferrovie dello Stato che si occupa della gestione delle infrastrutture. Attraverso una nota, la società in questione ha addotto, come ragioni alla sospensione della tratta, le limitate risorse a disposizione e la necessità di interventi su di essa per un costo di circa 15 milioni di euro. Una sospensione, questa, che in realtà ha tutta l’aria di essere una chiusura definitiva.
Tale scelta, giustificata adducendo problemi di ordine economico, è in realtà di carattere politico. La Regione ha deciso di non investire nel trasporto pubblico ma preferisce, ad esempio, concedere un ulteriore mutuo di 20 milioni di euro al Casinò di Saint-Vincent che chiuderà, verosimilmente, in perdita anche il 2015. Preferisce inoltre mantenere odiosi privilegi quali sono i vitalizi milionari che si spartiscono i consiglieri regionali, per una somma annuale equivalente a oltre 3 milioni di euro. Insomma tale decisione non è stata dettata da problemi economici, perché anche quando le casse regionali erano piene non c’è mai stato alcun interesse a potenziare e investire nel trasporto pubblico e tantomeno sulla tratta in questione, che avrebbe potuto portare un beneficio turistico all’Alta Valle. Inoltre la scelta della sospensione è stata palesemente indotta dalla Regione: gli orari dei treni e dei pullman da e per l’Alta Valle coincidono e il treno mattutino degli studenti viene continuamente anticipato creando forte disagio.
Le conseguenze negative della chiusura della tratta ricadranno innanzitutto sugli studenti dell’Alta Valle e sulle loro famiglie. Per raggiungere le scuole di Aosta, gli studenti dovranno infatti ricorrere ai pullman della privata Savda, con un considerevole aumento dei costi. Allo stesso modo ciò vale per i lavoratori che si recano quotidianamente ad Aosta. Siamo di fronte all’ennesimo taglio di un servizio di trasporto pubblico a favore di un trasporto su gomma e privato! Tutto ciò in un contesto in cui il trasporto pubblico è già molto debole, ma potrebbe avere un enorme potenziale, anche turistico.
Per lottare contro questa scellerata decisione, in Valle si è promossa una mobilitazione sabato 19 dicembre. Più che buona la partecipazione: circa trecento persone tra militanti, studenti e pendolari si sono ritrovati in stazione ad Aosta, dove si è svolta una conferenza stampa, per poi prendere il treno fino a Pré-Saint-Didier e ritornare presso il capoluogo della Vallée dove, accese le fiaccole, hanno sfilato verso piazza Chanoux.
Questo è stato solo il primo passo per la difesa dei servizi dovuti alla cittadinanza, presi a picconate dai continui ed inaccettabili tagli. La lotta dei valdostani per la difesa e il potenziamento della tratta è anche la lotta di Fronte Popolare e, per essere vincente, deve essere collegata a tutte le altre analoghe lotte non solo per la difesa delle piccole tratte ferroviarie ma per la resistenza alla distruzione dei servizi essenziali.