Comunicato della Sezione di Torino di Fronte Popolare
La sezione torinese di Fronte Popolare esprime la propria solidarietà nei confronti degli studenti della succursale di via Ada Negri dell’alberghiero Colombatto che, la mattina di martedì 12 gennaio, non sono entrati nelle aule della succursale disertando le lezioni ed hanno promosso un’assemblea studentesca davanti all’ingresso della loro scuola, al fine di protestare contro la grave situazione in cui versa la succursale – freddo e topi nelle aule – e pretendere da chi di dovere una rapida soluzione dell’estremamente grave ed inaccettabile problema.
La situazione della succursale del Colombatto perdura ormai dall’inizio di dicembre. Questo fattore non fa che aggravare le responsabilità di chi, come il Comune che è proprietario dello stabile, avrebbe dovuto immediatamente risolvere in modo efficace e definitivo la situazione. In definitiva, non si tratta altro che di un ulteriore tassello che, a pochi mesi dalle elezioni comunali, si va ad aggiungere alla pessima gestione della città da parte dell’amministrazione comunale a targa Pd. In questi anni la giunta Chiamparino prima e Fassino poi ha solo pensato a curare grandi eventi e fiere, usando come (falsa) facciata della città il centro e chiudendo invece gli occhi di fronte a disoccupazione, sfratti e miseria, senza promuovere sforzo alcuno al fine di salvaguardare il tessuto produttivo cittadino.
Su scala generale, i fatti del Colombatto si inseriscono nel solco della pessima situazione degli edifici scolastici e dell’istruzione tutta che soffrono degli scellerati e criminali tagli perpetrati da tutti i governi che hanno retto il paese in questi ultimi anni ma che non hanno tuttavia certo fatto mancare i finanziamenti agli armamenti, alle guerre imperialistiche della NATO nascoste sotto l’ipocrita definizione di interventi umanitari, alle grandi opere inutili e dannose come la linea TAV Torino-Lione e via discorrendo. Il capitalismo è incompatibile con la scuola universale, pubblica, di qualità, gratuita e per tutti. Solo unendo tutte le lotte e elevando il malessere sociale a coscienza di classe, si potrà dispiegare una forte resistenza all’ondata reazionaria in atto.
Riportiamo qui di seguito il comunicato emesso dal Collettivo del Colombatto in merito alla questione:
Oggi noi studenti dell’I.P.S.S.E.O.A. “Colombatto” ci siamo rifiutati di entrare nelle aule della succursale perché la situazione che persiste in alcune classi (freddo e presenza di ratti) non permette più il normale e necessario svolgimento delle lezioni.
Alle 8 ci siamo radunati e trovati in assemblea davanti all’ingresso della sede secondaria discutendo della situazione che oramai persiste da più di un mese, è subito sopraggiunto un docente a rassicurarci riguardo la questione. Noi studenti abbiamo continuato a presidiare l’ingresso in attesa dell’arrivo della preside con la quale abbiamo subito concordato un incontro, la discussione ha evidenziato la volontà della dirigenza di trovare una soluzione rapida effettuando nuovi interventi e ricontattando nuovamente chi di dovere.
La cattiva gestione e manutenzione degli edifici scolastici, da parte della città metropolitana (proprietaria dello stabile) ha portato alla situazione che siamo costretti a vivere in questi giorni; inoltre assistiamo da anni a politiche scellerate che non fanno altro che tagliare fondi e finanziamenti alla scuola pubblica ultimo esempio la “buona scuola”, le scuole in Italia cadono a pezzi, metà di queste sono state costruite prima della normativa antisismica e che, di anno in anno, sono sempre più esposte a crolli, allagamenti e incidenti di vario genere. È per questo che consideriamo non sufficiente la risoluzione dei governi che si sono avvicendati in questi anni.
Un esempio per tutti nonché uno dei “cavalli di battaglia” del governo Renzi è il piano sull’edilizia scolastica il quale doveva prevedere ingenti investimenti per rimettere a norma le scuole sia dal punto di vista strutturale sia sul piano dell’innovazione. Gli studenti italiani ad un anno di distanza da annunci vari possono osservare il fallimento della manovra e a cadere è l’impalcatura mediatica del governo. La scuola pubblica non ha bisogno di interventi di facciata ma di misure reali e consistenti.