25 Aprile 2016. Mentre nelle piazze si fa festa per la ricorrenza della Liberazione dal nazifascismo, a Stezzano, cittadina in provincia di Bergamo, Khalil El Akhiri, delegato sindacale Si.Cobas dei corrieri Sda del paese lombardo, viene aggredito nel cortile di casa. Ha subìto una frattura alla caviglia, il setto nasale è rotto e labbra e occhio spaccati . Il motivo? “Rompe il cazzo con il Si.Cobas”. I colleghi per solidarietà hanno risposto subito con 3 giorni di agitazione in tutte le filiali Sda della regione, bloccando gli straordinari e imponendosi il rientro sul luogo di lavoro alle 16. Indetta per questa sera un’assemblea straordinaria a Carpiano con la proposta di mobilitare anche i facchini.
In questo stabilimento i Si.Cobas avevano ottenuto nel settembre 2014, dopo svariate azioni di lotta dura con picchetti e uno sciopero di 12 ore, il reintegro di 4 autisti della cooperativa Ecua Transport. Erano colpevoli di avere la tessera “sbagliata”, quella del Si.Cobas. A questo risultato si aggiungeva la riassunzione a tempo indeterminato di tutti i lavoratori della precedente cooperativa appaltatrice, la Newtransport.
Le aggressioni ai danni di esponenti dei Si. Cobas, nel settore della logistica specialmente, sono purtroppo all’ordine del giorno: l’ultima in ordine di tempo è avvenuta settimana scorsa contro Vito Tosto, operaio alla Brt (Corriere Espresso) di Landriano, nel Pavese.
Il settore della logistica, dominato dalla prassi degli appalti esterni alle cooperative di varia natura, è permeato non solo dalla violenza fisica contro i sindacalisti più propensi a lottare per i diritti dei lavoratori, ma anche da altri grandi problemi. Licenziamenti politici, un contratto collettivo nazionale da rinnovare, una sequela di infortuni sul lavoro dovuti alla mancata applicazione delle normative sulla sicurezza e sull’igiene, alla quasi nulla formazione del lavoratore in tema di prevenzione incidenti. A ciò si sommano anche le pessime condizioni dei lavoratori che sono costretti a ritmi e carichi di lavoro esorbitanti, ottenuti dal padrone – sia esso il signor Brt o Sda, sia esso la cooperativa di turno – con il ricatto, perché in molti casi la persona è sottoposta alla spada di Damocle del licenziamento e/o del mancato rinnovo del permesso di soggiorno. A questo bisogna poi aggiungere anche la politica al risparmio delle cooperative che riducono il personale, facendo lavorare di più gli altri colleghi rimasti. In alcuni magazzini inoltre non è presente un’infermeria e responsabili di primo soccorso e di emergenza. Nel 2014 sono stati 32.834 gli incidenti rilevati dall’Inail.
Date queste premesse gli eventi accidentali nel settore della logistica sono purtroppo giornalieri. Gli ultimi due casi rilevati risalgono a settimana scorsa e vedono coinvolti Rita Adamo e Sebastiano Dugo. La prima, mentre stava guidando un transpallet a motore elettrico nello stabilimento dell’Arcese di Castel Guelfo (Bo), è rimasta gravemente ferita alle gambe. Il secondo, operaio di 19 anni nella Global Carni di Spilamberto (Mo) per la cooperativa Alba Service, è stato ferito alla schiena da un gancio di una giostra di prosciutti che ha ceduto in quanto troppo pesante.
Nel mondo della logistica si stanno sperimentando le più becere forme di sfruttamento del lavoro, ma si stanno sviluppando gli anticorpi per resistere ai soprusi padronali e dei sindacati confederali. La resistenza dei sindacati di base all’asservimento al volere padronale è causa primaria dei pestaggi che avvengono spesso ai danni di semplici lavoratori o sindacalisti non allineati che in sintesi “rompono il cazzo”. Fronte Popolare esprime solidarietà a Khalil El Akhiri e a tutti i proletari vittime di questi fatti di cronaca. Sosteniamo la lotta del settore della logistica per un miglioramento delle condizioni di lavoro e per dire no allo strapotere padronale!