Milano: tagli a pulizia e refezione all’Ospedale “Gaetano Pini”. Il NO dei lavoratori

img_20161024_091213Spending Review, eccellenze sanitarie, personale della pulizia e della refezione assunto part time dalle cooperative in appalto. Gli ingredienti giusti per generare forti disagi ai lavoratori e agli utenti. Una storia che oggi 24 ottobre si presenta all’Ospedale ortopedico Gaetano Pini vicino alla fermata metro Crocetta a Milano. I lavoratori volantinano, sostenuti dalla Cub e da Fronte Popolare, per difendere il loro salario, il loro orario di lavoro e la qualità del servizio offerto. Il pericolo? I tagli dei fondi destinati alla struttura sanitaria. Autorizzati già 4 anni fa da Governo e Regione, si registrano nella misura del 40%. Per il 2017 implicheranno il crollo del 25% delle ore e dello stipendio. Si tratterebbe qui di 400.000 euro di fondi, un’inezia nel bilancio del Pirellone I manifestanti chiedono un incontro alla direzione e minacciano lo sciopero per il 4 novembre.

La questione si affaccia quindi dal 2013, anno del famigerato taglio dei costi e delle spese. Ogni anno da allora i lavoratori scendono in piazza a gridare la loro rabbia e nel 2015 la direzione della struttura milanese decide di attuare una delibera annuale in cui si prorogano i fondi. I lavoratori coinvolti sono circa un centinaio, tutti assunti presso delle cooperative (Coopservice, Isi e Team Service) si occupano della pulizia e della refezione dei vari settori dell’ospedale dalla portineria alla sala operatoria.

Il Gaetano Pini è un’istituzione nel campo dell’ortopedia, della traumatologia e della reumatologia (qui alcuni dati relativi al 2012 con previsioni al 2013). La gestione della struttura è cambiata nel 2016 e ora pare che la direzione sanitaria non sia propensa a ricevere i lavoratori e a prorogare la delibera. Se dovesse essere così le persone coinvolte si vedranno calare di diverse centinaia di euro uno stipendio che è già infimo. Essi lavorano part-time 20 ore alla settimana e circa 3 al giorno.

I tagli alla sanità sono un must di questi anni di Spending Review selvaggia che colpisce i servizi ai cittadini e i lavoratori. Il governo Renzi millanta di voler stanziare per il 2017 113 miliardi ma nella realtà saranno 111. Tutto dipenderà dall’accordo con Bruxelles sul rapporto deficit/pil e se esso verterà sul 2,2% o sul 2,4% e da quanti miliardi di euro serviranno per coprire l’imminente manovra finanziaria. Nel frattempo Massimo Garavaglia coordinatore degli assessori alle Finanze delle Regioni, al termine della Conferenza Stato Regioni dello scorso settembre, faceva presente come i tagli esistono prendendo ad esempio i Lea (Livelli essenziali di assistenza) che consistono nelle prestazioni e nei servizi che il Servizio sanitario nazionale è tenuto a fornire a tutti i cittadini, gratuitamente o dietro pagamento di una quota di partecipazione (ticket), con le risorse pubbliche raccolte attraverso la fiscalità generale. Per le Regioni valgono 1,5 miliardi di euro ma al momento sono coperti solo per 800 milioni e il restante è finanziato dagli enti regionali. Gli stessi servizi ovviamente diminuiranno nel caso in cui il governo venisse meno all’impegno dei 113 miliardi. (qui l’articolo)

Gli effetti dei tagli peraltro già si vedono nei mezzi a disposizione dei medici come fa notare Diego Piazza, presidente dell’Acoi (Associazione Chirurghi Ospedalieri Italiani). Egli spiega che a causa della riduzione dei fondi la qualità dei bisturi è calata di molto causando rischi maggiori di infezione batterica per i pazienti, perchè i chirurghi devono incidere con più forza aumentando il disagio per il tessuto cutaneo. Effetti accompagnati anche da costi maggiori in quanto nel corso della stessa operazione devono usare più bisturi. (qui l’articolo).

La sanità è un settore strategico dello Stato, è un campo che riguarda la salute dei cittadini, la considerazione delle persone che hanno il Governo e lo Stato. Una sanità pubblica efficiente, finanziata, gratuita e funzionale non è nei piani del Governo Renzi che preferisce evidentemente rovinare i lavoratori riducendo stipendi ed orario di lavoro ed i cittadini stessi che forse vivono troppo a lungo per l’ex sindaco di Firenze. Un esecutivo questo che vorrebbe una sanità per i ricchi e per gli altri che non possono permettersi quella privata l’alternativa è Lourdes. Fronte Popolare sostiene la lotta dei lavoratori e combatte per la dignità dei cittadini che devono poter accedere a un servizio sanitario efficiente, gratuito e per tutti!

Qui il volantino CUB

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