Parte puntuale alle 09:30 del 24 novembre il corteo cittadino che ha attraversato le vie di Torino gridando un forte “NO” allo sfruttamento. Quella di oggi è stata infatti la giornata di mobilitazione nazionale che ha visto scendere in piazza gli studenti che soffrono l’alternanza scuola/lavoro al fianco di lavoratori precari, sotto-occupati e sfruttati. Un bel corteo, partecipato e decisamente agitato, capace di parlare agli impiegati negli uffici del centro, così come agli operai dei cantieri stradali o agli universitari del dipartimento CPS dell’Università di Torino, dove si è conclusa la manifestazione.
Proprio il corteo è stato piattaforma di lancio per la campagna di Fronte Popolare “STOP REPRESSIONE”, campagna che nasce dall’esigenza sempre più forte di denunciare e combattere la stretta repressiva che ogni giorno, in maniera progressiva, tenta di togliere il fiato ad ogni esperienza di lotta e di solidarietà. Oggi in piazza abbiamo distribuito i materiali della nostra campagna, parlato con i compagni e siamo intervenuti in sostegno di chi lotta, sia esso un fattorino in bicicletta, un magazziniere di amazon o uno studente ingabbiato in un “alternanza” da McDonald. Abbiamo scelto di aggiungere ai contenuti della manifestazione la questione della repressione, questione sempre più sentita proprio da chi ogni giorno viene sfruttato.
Sfruttamento e repressione per noi non sono altro che due facce della stessa medaglia: il padronato sfrutta i lavoratori e gli studenti, costringendoli a turni e mansioni degradanti, in cambio troppo spesso di qualche promessa di paga o di assunzione. Usciti dal lavoro, là dove dovrebbe iniziare la libertà quotidiana, parte la repressione poliziesca che strozza tutte quelle esperienze non inquadrabili dal capitale. La solidarietà viene criminalizzata. La povertà esclusa. Basta vedere alla cronaca dei nostri giorni per capire di cosa stiamo parlando: magazzinieri amazon costretti in schiavitù, fattorini in sciopero investiti dai servi del padrone, studenti costretti ad ogni abuso in cambio di un certificato di alternanza scuola/lavoro. Usciti da questo incubo, parte la repressione. Pensiamo per esempio al caso di Maya, la compagna torinese ingiustamente arrestata e aggredita verbalmente e fisicamente dalla polizia durante una semplice serata tra amici. O a Luca Fanesi, uscito di casa per andare a vedere la sua squadra del cuore e rimasto in coma a causa delle botte della polizia. O ancora alle due studentesse che a Firenze hanno denunciato lo stupro da parte di due carabinieri e che oggi vengono interrogate per ore, come fossero loro stesse le colpevoli e non le vittime. E ancora ai clochard di Bologna, cacciati dalla città attraverso infami strumenti di daspo urbano. Di esempi, purtroppo, ne abbiamo ancora molti. Troppi. Oggi più che mai è necessario lottare uniti contro lo sfruttamento e contro la repressione. Per questo abbiamo scelto di intervenire alla mobilitazione di oggi.
STOP SFRUTTAMENTO ! STOP REPRESSIONE !