Separata con due figli di cui uno disabile. Lavorava presso l’Ikea di Corsico. Si parla al passato perché è stata licenziata in tronco per non essere riuscita, peraltro solo in due occasioni, a rispettare gli orari di lavoro dovendo far fronte agli impegni familiari. Marica, 39 anni, era impiegata al ristorante del primo piano. I lavoratori preparano assemblee e scioperi per sostenere la donna vittima di un grave atto di sopraffazione, di bullismo, da parte del colosso svedese dei mobili.

Marica ha due figli, uno di 5 uno di 10 anni, ed usufruiva della legge 104, che introduce la possibilità di avere ore di permesso in più per seguire un parente malato. Più volte ha chiesto che gli si venisse incontro data l’oggettiva difficoltà della situazione personale e la risposta è stata il licenziamento in tronco, ma anche la solidarietà dei lavoratori.

Ikea è la società che si è resa protagonista anche per iniziative buoniste di facciata come l’uso di vernici assorbi-inquinamento per i propri negozi e magazzini. Nel frattempo però mette volontariamente in grave difficoltà una donna con due figli piccoli solo perché non si sottomette ai diktat dell’azienda e pretende di togliere tutte le maggiorazioni riconosciute dalla contrattazione di secondo livello. Esempio di come il padronato non abbia bandiera ma sia uguale in tutte le parti del mondo, quando si tratta di sopraffare il lavoratore, di volere un lavoratore schiavo, uno “yes man”.

Padroni che non hanno fatto i conti però con la solidarietà della classe lavoratrice che, nonostante il contesto critico e favorevole al padronato con la recente legislazione sul lavoro e la collusione con il governo, si unisce e sostiene un proprio compagno.

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