Brasile – Il Tribunale Supremo Federale (STF) ha dichiarato incostituzionale la detenzione per i condannati che abbiano perso il primo ricorso in appello. La decisione apre la via alla scarcerazione di migliaia di persone illegalmente detenute, tra cui l’ex Presidente Luiz Ignacio Lula da Silva.
Come noto, Lula è stato condannato per tangenti in seguito a un’inchiesta truccata condotta dal magistrato Sérgio Fernando Moro, poi nominato Ministro della Giustizia nel governo di ultra-destra dell’attuale Presidente Jair Bolsonaro. Va ricordato come proprio la condanna di Lula, dato favorito da tutti i sondaggi alle elezioni presidenziali dello scorso anno, ha prodotto la sua esclusione dalla competizione e reso possibile l’affermazione del candidato dell’ultra-destra, alleato di Donald Trump e Matteo Salvini.
Nelle scorse ore i difensori di Lula hanno depositato l’istanza per chiederne la scarcerazione.
AGGIORNAMENTO: l’autorità giudiziaria ha accolto a tempo di record l’istanza e Lula è stato rimesso in libertà (link alla notizia ANSA).
Grande soddisfazione è stata espressa da tutte le forze della sinistra. Gleisi Hoffmann, presidente del Partito dei Lavoratori (PT), il partito fondato da Lula, ha dichiarato:
La decisione del Tribunale Supremo è molto importante per rafforzare la democrazia e la Costituzione in un momento in cui esse sono minacciate in Brasile dal governo di destra. La decisione è anche il riconoscimento, dopo 1 anno e 7 mesi, che l’ex presidente Lula è stato illegalmente imprigionato durante questo periodo per una decisione politica. Questa crudeltà finisce qui, ma continueremo a lottare per una vera giustizia, che verrà solo quando la sentenza illegale di Sérgio Moro sarà annullata. Lula merita piena giustizia.
Luciana Santos, presidente del Partito Comunista del Brasile (PCdoB) ha sottolineato come una delle azioni che hanno portato alla decisione della Consulta sia stata promossa dai comunisti:
Questa vittoria ripristina un importante principio dello Stato democratico di diritto, come stabilito dalla Costituzione. Il Partito Comunista del Brasile (PCdoB), in qualità di promotore di una delle Azioni Dirette di Costituzionalità giudicate dal Tribunale supremo, ribadisce la sua convinzione che la garanzia di un giusto processo sia un principio irrevocabile.
In una nota, il Partito Socialismo e Libertà (PSOL) – nelle cui fila militava Marielle Franco, l’attivista del cui assassinio molti accusano ambienti vicini a Bolsonaro – sottolinea come il provvedimento della consulta apra la via alla scarcerazione di migliaia di persone illegalmente detenute nelle carceri brasiliane:
La direzione del PSOL ha salutato la decisione del Tribunale Supremo come una vittoria democratica che combatte la furia repressiva usata dall’estrema destra per prendere d’assalto il potere e che in Brasile mantiene migliaia di persone imprigionate e alla mercé del sistema criminale, soprattutto giovani neri ed emarginati.
Fronte Popolare, da sempre solidale con la lotta del popolo del Brasile per la riconquista di un’autentica democrazia politica dopo il golpe giudiziario che nel 2016 destituì dalla presidenza Dilma Rousseff, si unisce alle compagne e ai compagni brasiliani nel celebrare questa importante vittoria legale.
La strada da percorrere resta lunghissima e il pur indispensabile ripristino delle garanzie Costituzionali a poco vale in sé, in un paese in cui le immense diseguaglianze, la miseria, la repressione e la violenza non smettono di infliggere enormi sofferenze alle classi popolari, ma le mobilitazioni crescenti contro l’estrema destra insediatasi al potere a Brasilia mostrano che la vittoria è possibile.