Dichiarazione del Pôle de Renaissance Communiste en France (PRCF) – 6 dicembre 2019
Facendo seguito al movimento pre-insurrezionale dei Gilets Jaunes et alle lotte incessanti dell’estate e dell’autunno 2019 (lavoratori della sanità, pompieri, lavoratori precari), un movimento molto combattivo di lotta per il ritiro del progetto Macron di distruzione dei pensionati si sviluppa in Francia con uno sciopero maggioritario in molti settori (trasporti ferroviari e urbani, insegnanti, raffinerie, …), chiamate inter-sindacali allo sciopero nazionale, scioperi … votati in Assemblee Generali professionali o inter-professionali, picchetti a raffinerie, molteplici iniziative nelle università. Già un milione e mezzo di lavoratori hanno sfilato in tutte le città grandi e medie del paese e esigono il ritiro puro e semplice del progetto Macro-Delevoye (il firmatario della contro-riforma, ndt) nonché un miglioramento generale della situazione dei lavoratori pensionati presenti e futuri.
Non solamente il martellamento mediatico mirato a delegittimare e a isolare i lavoratori non ha avuto effetto, non solamente Laurent Berger, lo zelante segretario del sindacato giallo della CFDT (Confédération française démocratique du travail) e attualmente presidente della Confederazione Europea dei Sindacati non è riuscito a rompere l’unità dello sciopero, non soltanto numerosi lavoratori hanno compreso che il cosiddetto ‘pensionamento a punti’ è interamente concepito per ritardare senza fine l’uscita dal mercato del lavoro e per tagliare pesantemente le pensioni, ma sempre più persone comprendono che questa contro-riforma esplicitamente voluta dalla UE e dal MEDEF (la Confindustria francese, ndt) non è che un elemento del più ampio ‘pacchetto’ di contro-riforme di Maastricht miranti a eliminare le conquiste sociali dal 1945 per sostituirle con una società totalmente diseguale, allineata sulle norme reazionarie dell’Europa tedesca detta ‘ordo-liberale’ e del contro-modello anglo-sassone.
Le organizzazioni e i militanti del PRCF stanno dinamicamente partecipando dentro questo movimento, non solamente in quanto salariati, pensionati, studenti, disoccupati, sindacalisti di classe, ma in quanto militanti della Rinascita del Partito comunista, portatori di una chiara prospettiva di avanguardia: quella della ricostruzione del partito comunista di lotta in Francia , indissociabile dal sostegno risoluto al sindacalismo di classe e di una strategia di rottura articolante la Frexit progressista, la nazionalizzazione dei settori chiave dell’economica, la moltiplicazione delle cooperazioni internazionali mutualmente convenienti e la marcia rivoluzionaria verso il socialismo per il nostro paese.
È in effetti vitale denunciare il ruolo drasticamente negativo della UE. È proprio la UE che ha ufficialmente ‘raccomandato’ l0instaurazione in Francia di un regime pensionistico unico al risparmio per ‘fare risparmi miliardari’. Oltre la coltre di fumo della ‘equità’, gli eurocrati designano chiaramente i loro obbiettivi: preservare l’ancoraggio dell’euro al marco tedesco forte e accelerare il ‘rimborso’ preteso da parte della Francia ai mercati finanziari, cioè al grande capitale. È necessario dunque assolutamente sgretolare le catene dell’UE e delle altre istituzioni del capitalismo mondializzato (FMI, WTO, ma anche la NATO e del futuro esercito europeo), per restaurare la sovranità nazionale del nostro paese e degli altri paesi europei, stabilire una vera sovranità popolare centrata sul mondo del lavoro, nazionalizzare le banche e le grandi imprese domestiche quotate in borsa. Questo è urgente e indispensabile per riprendere la strada del progresso sociale e della produzione francese oggi largamente distrutto, per iniziare infine la transizione ecologica, per sottoscrivere dei trattati internazionali mutualmente convenienti con i paesi di tutti i continenti, per galvanizzare l’Europa delle lotte e per imboccare infine la strada del socialismo-comunismo per il nostro popolo.
In queste condizioni, il PRCF chiama le sue organizzazioni e i suoi militanti a continuare a investire prioritariamente nel successo del braccio di ferro sociale ora in corso, mostrando come due profili socioeconomici coerenti che rappresentano rispettivamente delle classi antagoniste, si stiano affrontando frontalmente nel nostro paese. Non quelle, complementari e altrettanto antisindacali, anticomuniste e oppressive del neoliberismo macroniano (ogni giorno più stato di polizia, fascista e liberticida) e del ‘patriottismo’ lepenista (ogni giorno più apertamente euro-compatibile), ma i due blocchi che compongono, da una parte, la marcia neoliberale sempre più rapida verso l’euro-dissoluzione atlantista e fascistizzante del nostro paese e dell’insieme delle conquiste progressiste del nostro popolo; dall’altra, una ricostruzione del nostro paese ‘che metta la classe lavoratrice al cuore della nazione’ (come recitava già la proposta del PCF in clandestinità nel Consiglio Nazionale della Resistenza) fino all’espropriazione del grande capitale e alla costruzione di una società socialista. Questo implica che, sotto il drappo rosso e quello tricolore, ci si impegni perché la Francia esca da sinistra dall’Euro, dalla UE, dalla NATO e dal capitalismo.
Sul piano tattico, i militanti del PRCF portano innanzitutto nelle lotte un messaggio di democrazia operaia e sindacale. Agli scioperanti e alle Assemblee spetta il compito di: coordinarsi per gestire il movimento fino al ritiro del progetto Macron; esigere che le confederazioni sindacali cessino di dare corda al ‘dialogo sociale’ spazzatura che propone Macron e al ‘sindacalismo riunito’ giallo della CFDT; promuovere loro stessi indipendentemente dalla pseudo-concertazione istituzionalizzata, delle rivendicazioni anticapitaliste che portino ad un reale progresso; sviluppare al massimo i contatti tra i vari pezzi di lavoratori in lotta (trasporti, pubblico e privato, attivi e disoccupati, studenti e pensionati, precari e non precari, francesi e immigrati, compresi i senza-documenti).
Costruire la convergenza delle lotte esige anche attraverso le mobilitazioni della settimana prossima, di chiamare una manifestazione oceanica unitaria di lotta a Parigi, perché no, sugli Champs-Elysées, affinché, senza rinunciare alla loro legittima diversità, i sindacati di lotta, i Gilets Jaunes, i militanti politici delle organizzazioni progressiste chiamino con una sola voce a bloccare il profitto capitalista per rimettere la Francia sui binari del progresso sociale, della sovranità popolare e delle libertà democratiche!
I capitalisti, le loro organizzazioni, la loro UE e il loro governo distruggono il nostro paese e le nostre conquiste? Tutti insieme e allo stesso tempo, blocchiamo i loro profitti!