Nella giornata di martedì 9 giugno, il Front Line Socialist Party (FLSP) dello Sri Lanka ha organizzato a Colombo un presidio pacifico davanti all’ambasciata USA, in solidarietà con la sollevazione antirazzista seguita all’assassinio di George Floyd e contro il terrorismo e il razzismo di Stato americani. Il concentramento si è svolto nel rigoroso rispetto delle norme di distanziamento sociale fissate per il contenimento della pandemia da coronavirus.
Denunciamo con forza la brutalità con cui le forze di polizia del governo di Colombo hanno represso la manifestazione. Gli agenti hanno infatti iniziato ad arrestare membri del partito e attivisti ancora prima che la protesta avesse inizio, sostenendo di agire in conformità a un’ordinanza del tribunale che ne vietava lo svolgimento in quel luogo. Preso atto dell’impossibilità di manifestare nei pressi dell’ambasciata USA, è stato lanciato un nuovo concentramento in un luogo diverso, ma le squadre antisommossa sono intervenute, attaccando violentemente i dimostranti. Il bilancio finale è di quarantadue membri del Partito arrestati, tra i quali il segretario generale Kumar Gunaratnam, il segretario alla propaganda Duminda Nagamuwa e diversi membri del Comitato Centrale. Nella serata, i compagni arrestati sono stati rilasciati in attesa del processo, fissato per l’11 giugno, che giudicherà circa le pretestuose accuse di violazione dei provvedimenti di distanziamento sociale e quarantena.
Esprimiamo la nostra piena e fraterna solidarietà al Front Line Socialist Party e ai compagni arrestati, per i quali esigiamo il proscioglimento pieno e la fine di ogni forma di restrizione delle libertà personali. Condanniamo l’intensificazione delle attività repressive contro i movimenti popolari nello Sri Lanka.
In molti paesi del mondo, tra cui anche l’Italia, la pandemia ha fornito l’avallo per pesanti restrizioni dei diritti e delle libertà civili da parte dei governi. Come internazionalisti è nostro dovere vigilare insieme, con una rete di solidarietà attiva e militante, affinché le restrizioni cessino del tutto appena possibile e non possano, in nessun caso e in nessun luogo, essere usate strumentalmente per reprimere il dissenso e soffocare le lotte popolari.
Essere a fianco del FPLP e dei compagni arrestati a Colombo è dunque anche un modo per tutelare efficacemente gli spazi di agibilità democratica di tutte e tutti noi.
IN TUTTO IL MONDO, STOP ALLA RESPRESSIONE!
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