Julian Assange non potrà essere estradato negli Stati Uniti, almeno per il momento. Questa la decisione appena pronunciata dal tribunale competente britannico. Una decisione importante non solo per Assange, che rischia negli USA rischia di essere condannato a 175 anni di carcere e che, se estradato, sarebbe presumibilmente in pericolo di vita, ma anche per la libertà d’informazione e di stampa. Dopo anni di reclusione e persecuzione, Assange deve essere ora liberato ed è necessario intensificare la campagna internazionale a questo fine.
Tramite le pubblicazioni di Wikileaks, Julian Assange ha reso pubblici i crimini di guerra degli USA, tra l’altro, in Afghanistan. Merita un premio, non una condanna! Il fatto che egli, dopo essere stato tradito dal governo ecuadoriano di Lenín Moreno, corra oggi il rischio della consegna agli stessi aguzzini che ha denunciato e di subire una condanna tombale, la dice lunga sulla natura delle cosiddette “democrazie liberali” e sul contenuto reale dei diritti formali che esse garantiscono.
Docciamo batterci perché il governo italiano sia costretto a rompere il velo di omertà sulla vicenda e a dire chiaramente da che parte sta: sono in gioco libertà fondamentali e irrinunciabili!