L’alternanza scuola lavoro è un dispositivo neoliberista amato dalla destra e dalla “sinistra” neoliberale di cui Renzi è il simbolo: fu introdotta nel 2005 dall’allora ministro Moratti, l’azione della quale viene ora efficacemente continuata e potenziata dall’attuale ministro Giannini.
I dati relativi a questi dieci anni dicono che l’alternanza scuola-lavoro non ha contribuito per nulla a risolvere il problema della disoccupazione giovanile, nonostante le affermazioni retoriche dei ministri. Ciononostante la legge 107 del 2015, la cosiddetta “Buona scuola”, ha introdotto un monte ore (minimo) obbligatorio: almeno 200 ore nei licei e almeno 400 nei tecnici e nei professionali. Gli studenti coinvolti da quest’anno sono circa 500.000 e quando la riforma sarà a regime saranno un milione e mezzo!
Gli studenti perderanno circa dieci giorni di scuola in ciascun anno del triennio (se il periodo lavorativo avviene dopo la fine delle lezioni, gli studenti devono essere “rimandati” a settembre, perché l’alternanza è parte integrante della valutazione).
Data la mancanza di investimenti propria di una “riforma” a costo zero e finalizzata a impoverire ulteriormente la scuola pubblica statale (mentre gli edifici scolastici cadono letteralmente a pezzi, mancano aule, attrezzature, computer, spazi didattici e laboratoriali, per studenti e docenti, quest’ultimi sottopagati e adesso anche sottoposti a discriminazione per individuare i “migliori” e i “peggiori”), non si deve credere che questi studenti vengano inseriti in strutture lavorative adeguate.
Parliamo di studentesse e studenti del liceo che non hanno ancora imparato bene una lingua straniera e che vengono inviati nelle scuole medie ed elementari per “insegnare” ai loro compagni più giovani; parliamo di studenti degli istituti tecnici inviati in aziende nelle quali non ci sono tutor esperti per seguirli e istruirli. Una stupida farsa che sottrae tempo-scuola!
L’organizzazione dell’alternanza scuola-lavoro è per lo più affidata agli insegnanti soprannumerari (coloro che, rimasti senza cattedra per i tagli di Gelmini, devono essere reimpiegati in attività più o meno utili, come la scrittura di progetti europei per cercare – quasi sempre senza successo – di avere i fondi che lo stato italiano non eroga più) oppure ai neo-assunti che senza nemmeno avere iniziato a insegnare regolarmente in classe si ritrovano sballottati in situazioni extra-scolastiche, ridotti al rango di accompagnatori degli studenti in biblioteche comunali e aziende ospitanti.
Tutto questo è grottesco e indecente. L’alternanza scuola-lavoro è un tassello fondamentale dell’opera neoliberista e bipartisan di distruzione della scuola pubblica e di precarizzazione della forza-lavoro giovanile.
Ci opponiamo radicalmente a questo disegno ideologico criminale di lotta di classe dall’alto!
Contro questo disegno reazionario e per più scuola pubblica statale efficiente e organizzata, lunedì 22 febbraio Fronte Popolare scenderà in piazza a Torino per un presidio in via Verdi (davanti alla sede Rai) a partire dalle ore 15,30.