Referendum costituzionale: il manifesto dei docenti torinesi per il NO

20161015_175214Noi docenti della scuola e dell’università che insegniamo ai giovani il contenuto e i valori etici e politici della Carta Costituzionale del 1948 sentiamo l’esigenza di esprimere in vista del 4 dicembre il nostro sentimento sul quesito referendario.

Diciamo NO per il metodo:

la proposta Renzi-Boschi non è stata approvata se non dalla maggioranza di governo, le riforme per essere solide si fanno con il più ampio numero possibile di forze politiche e con il più ampio consenso della società civile e delle forze sociali;

si compie una riforma di vasta portata sapendo che, come ha affermato la Corte costituzionale, il parlamento è stato eletto con una legge elettorale incostituzionale: un parlamento senza legittimità politica non può stravolgere l’assetto costituzionale dello stato;

le costituzioni sono fatte per durare nel tempo, non devono essere riviste continuamente; cambiare un terzo della Costituzione significa demolire la Costituzione nata dalla Resistenza; significa smarrire un patrimonio faticosamente costruito insieme. La Costituzione nata dalla Resistenza è un patrimonio ancora vivo, sebbene intaccato dalle recenti revisioni, e questa riforma svilisce e rende di fatto inapplicabili i principi della prima parte, che rimangono vuota enunciazione.

Diciamo NO per il merito:

la proposta Renzi-Boschi colpisce un principio fondamentale della democrazia parlamentare, la sovranità popolare; ai cittadini è tolto il diritto-dovere di esprimere il loro parere attraverso il voto perché i senatori del nuovo Senato saranno nominati dai consigli regionali, cioè dai partiti; se c’è un Senato con potere legislativo allora deve essere eletto dal popolo!

il Senato così come lo vogliono Renzi-Boschi non funzionerà: al Senato sono delegate competenze delicate in ordine a leggi costituzionali, legislazione europea, rapporti stato-regioni: esso avrà bisogno di senatori a tempo pieno e non di improbabili consiglieri regionali e sindaci doppiolavoristi che godono però della piena immunità parlamentare!

la proposta Renzi-Boschi in combinazione con la legge elettorale ultramaggioritaria “Italicum” altera l’equilibrio fra i poteri legislativo, esecutivo e giudiziario: il partito che vincerà le elezioni, grazie all’abnorme premio di maggioranza assegnato alla Camera potrà facilmente eleggere il Presidente della Repubblica e controllare la Corte costituzionale; potrà avere un ruolo decisivo all’interno del Consiglio supremo della magistratura; il governo, espressione del partito di maggioranza, controllando i deputati del proprio stesso partito attraverso il meccanismo delle liste bloccate subordinerà in modo ancora più deciso l’azione della Camera alla sua volontà politica; si determina uno squilibrio dei poteri a favore dell’esecutivo che è pericoloso e del tutto contrario allo spirito democratico parlamentare della nostra attuale Costituzione!

Diciamo No perché riforma Boschi-Renzi e Italicum scoraggiano la partecipazione politica:

per indire un referendum, con un abbassamento del quorum dei votanti, la proposta Renzi-Boschi chiede che siano raccolte 800000 firme! Una cifra diffcilmente raccoglibile da semplici cittadini!

per le leggi di iniziativa popolare chiede la raccolta di 150000 firme invece delle attuali 50000; in più, anche in questo caso, una futura (?) legge costituzionale dovrà stabilire l’iter parlamentare delle leggi popolari; perché non subito?

la proposta Renzi-Boschi annulla il potere delle autonomie locali e la voce popolare che si è levata contro lo scempio del territorio perpetrato da partiti e deputati espressione di lobbies più che della volontà dei cittadini: il governò potrà infatti avocare a sé interamente l’attuazione delle grandi opere senza che né comuni, né comunità montane o regioni possano intervenire!

Nella parola riformare vi è l’idea che la nuova forma sia migliore della vecchia. In questo caso possiamo dire con certezza che non è così! La proposta Renzi-Boschi è da rifiutare perché sottrae potere ai cittadini e crea una grande confusione istituzionale. Il vero cambiamento è votare NO: per chiuderla con la stagione degli uomini soli al comando, per una legge elettorale che dia voce a tutte le correnti culturali e politiche del paese, per rimettere al centro dell’agenda politica le questioni che interessano ai cittadini: il lavoro, la scuola, la sanità, l’ambiente!

RIFORMARE LA COSTITUZIONE SIGNIFICA ATTUARLA!

Edoardo Acotto, Cristina Albin, Corrado Bertani, Mario Bertelli, Alessandro Bertinetto, Cinzia Gallotti, Sergio Manca, Adriana Mogna, Giorgio Monestarolo, Ivan Mosca, Franco Motta, Giuseppe Palatrasio, Gabriella Pernechele, Daniela Saglia, Matteo Saudino, Terry Silvestrini (professori di filosofia, storia, scienze sociali ed educazione alla cittadinanza di Torino)

 

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