Primo Congresso di Fronte Popolare: Mafie – il peso economico e sociale, il ruolo dei comunisti

Le “mafie”, come vengono comunemente indicate Cosa Nostra, Camorra e ‘Ndranghta, costituiscono oggi un sistema integrato nella società attraverso una vasta rete di attività illegali e legali gestite con fini illeciti, di complicità politiche e professionali.

Sviluppatesi con l’unità d’Italia, esse hanno sempre svolto il medesimo ruolo di connessione tra il potere politico e imprenditoriale borghese, radicandosi in modo capillare nei territori d’origine per poi espandersi in tutto il Paese, e accrescendo nel tempo la propria influenza politica ed economica sino a generare fatturati pari a percentuali significative del P.I.L. nazionale.

La sola ‘Ndranghta registra oltre 55 miliardi all’anno. Ingenti capitali che, grazie anche al rientro degli stessi dall’estero consentito dagli ultimi governi col tasso di interesse più basso d’Europa, vengono investiti nel mercato imprenditoriale e immobiliare alterandone le condizioni, immessi in quello finanziario sostenendone le speculazioni, aggravando così le distorsioni economiche e sociali già indotte dal capitalismo per tutta la classe lavoratrice.

La storia ci consegna due realtà.

La prima è che il potere borghese-capitalista e i suoi obiettivi sono paralleli a quelli delle mafie. Condotte con strumenti di violenza e repressione diversi nelle loro forme, perseguono gli stessi scopi: accrescere la propria ricchezza e potere sfruttando le risorse umane e l’ambiente, influenzando la cultura popolare ed erodendo l’identità e dignità individuale e collettiva.

La loro connessione è sempre più stringente e in termini economici potremmo tranquillamente definirla una “partnership” economica nella quale è sempre più difficile distinguere il confine tra l’una e l’altra.

Mercato finanziario, azionario, immobiliare, prestanome, gioco d’azzardo, grandi opere, riciclaggio: oggi non sono più le “mafie” a cercare politici e imprenditori per avere appalti e protezione, bensì sono questi ultimi (politici e imprenditori) a cercare le mafie, perché costituiscono lo strumento per raggiungere i loro obiettivi.

Nel sud del Paese le mafie manifestano la loro presenza in modo più diretto e violento per ribadire il proprio controllo politico, economico e militare sul territorio dove sono nate e hanno radicato la propria forza.

Nel nord del Paese e nel resto d’Europa, le mafie operano dietro le facciate apparentemente legali di società che agiscono in ogni settore influenzando scelte politiche che hanno pesanti risvolti sulla democrazia e sul lavoro.

La seconda realtà che ci consegna la storia è che le uniche forze cha hanno realmente combattuto le mafie difendendo i diritti e le aspirazioni di giustizia e uguaglianza delle classi popolari sono quelle sindacali comuniste e socialiste.

Oggi non si può parlare di libertà, giustizia e uguaglianza, senza affrontare e debellare la metastasi delle mafie, e noi comunisti non possiamo lasciare il terreno alla ipocrita liturgia borghese che alza la bandiera dell’antimafia nelle commemorazioni ufficiali per poi infangarla nei fatti.

Sconfiggere il capitalismo equivale a sconfiggere le mafie, significa abbattere la cultura del consumo e dell’individualismo su cui entrambi poggiano.

Fronte Popolare, dunque, deve essere portatore di una cultura della libertà dalle mafie come dal capitalismo e sostenere progetti collettivi e solidali che sottraggano potere culturale e politico agli interessi mafiosi.

 

Documento proposto dalla Cellula Nord Milano, approvato all’unanimità

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