Comunicato della Segreteria Centrale di Fronte Popolare
I risultati delle elezioni politiche del 4 marzo delineano un quadro di emergenza democratica. Al crollo dei partiti che hanno gestito la stagione autoritaria dell’ammucchiata al centro aperta dal governo Monti, fa seguito l’affermazione alla testa della già di per sé eversiva coalizione di destra della Lega di Salvini e la concreta possibilità che questi possa essere incaricato della formazione del nuovo governo. Questi due elementi segnano un’accelerazione drammatica nel precipitare della tenuta democratica del paese, già pesantemente compromessa dalle politiche antipopolari e repressive del Partito Democratico. Si fa oggi reale il rischio dell’avvento dell’estrema destra ai vertici dello Stato e innanzitutto contro tale rischio occorre mobilitarsi, avendo ben presente come nessuno dei principali partiti parlamentari rappresenti in sé una garanzia di salvaguardia della democrazia, ma tracciando al tempo stesso un chiaro discrimine tra le diverse istanze che alla base di quei partiti vengono espresse per modulare secondo le necessità del momento l’appello alla mobilitazione.
Occorre allo stesso tempo sottolineare come ciascuno dei tre principali blocchi parlamentari abbia resa esplicita, già nel corso della campagna elettorale, la propria subalternità alla finanza internazionale e alle sue istituzioni transnazionali (FMI, NATO, UE, BCE, ecc.). Siamo pertanto nella condizione di dover accompagnare alla mobilitazione per la salvaguardia delle libertà democratiche la preparazione di una prolungata e diffusa opposizione contro qualunque governo dovesse essere espresso dal nuovo Parlamento, nelle difficilissime condizioni che ci consegna il quadro politico.
Nel prepararci ai mesi difficili a venire, non possiamo non prendere atto di un dato incontrovertibile: la sinistra italiana, in tutte le sue declinazioni, non può contare più su nessuna base materiale nella società e la stessa area di opinione di cui essa è espressione si è ormai ridotta ai minimi termini, ai limiti dell’estinzione. Nessuna sommatoria, scorciatoia politicista o mozione degli affetti può cancellare questo ineludibile dato di realtà. Siamo, per quanto riguarda l’area politica di cui facciamo parte, alla chiusura definitiva di un ciclo storico e tutti, nessuno escluso, siamo chiamati dai pericoli del momento a un profondo ripensamento che esige coraggio intellettuale, abnegazione militante e, da parte di ciascuno e di tutti collettivamente, la preparazione a grandi sacrifici.
Da comunisti, marxisti e leninisti, sottolineiamo la necessità di sottoporre la nuova situazione sociale e politica a un vaglio analitico rigoroso e impietoso, senza sconti e autoindulgenze e in definitiva rottura con qualunque forma di spirito settario e recriminatorio. L’inadeguatezza delle risposte politiche e organizzative (e quindi elettorali) fino ad ora praticate deve essere lo stimolo ad aprirsi maggiormente alla comprensione scientifica della realtà e delle vie per trasformarla.
Per questa ragione, confermando a tutte le compagne e i compagni che si sono attivati nel corso della campagna elettorale nelle fila di Potere al Popolo come di altre formazioni la nostra vicinanza e lo spirito unitario che ci anima, sottolineiamo la nostra disponibilità a partecipare all’analisi autocritica e al confronto sul da farsi nell’ottica di dar luogo a momenti nuovi di cooperazione e unità che rimuovano vecchi steccati burocratici, illusioni di autosufficienza, stantii odi di partito e inutili arroccamenti.
Al tempo stesso, confermiamo con forza la nostra convinzione che la fase esiga l’avvio del processo costituente di un vero partito rivoluzionario adatto alle condizioni dell’Italia di oggi, consapevolmente d’avanguardia e capace di porre nella società e risolvere a livello analitico e programmatico i grandi temi del nostro tempo come condizione per sviluppare un’azione disciplinata e organizzata di resistenza che prepari le condizioni per il superamento di questo momento storico tetro e per la conquista di condizioni migliori.
Non è più eludibile l’urgenza di dare vita a un soggetto politico che sappia individuare con lucidità i nemici di classe e indicare alle lavoratrici e ai lavoratori del nostro paese il modo per combatterli, che sappia ereditare tutte le tradizioni progressive del nostro retaggio storico e metterle a disposizione di obiettivi nuovi, che sappia costruire concretamente forme di potere popolare e mettere in connessione questo elemento fondamentale con la comprensione profonda del nesso che lo lega alla conquista di un’autentica e piena sovranità nazionale che sia la condizione per sottrarre l’Italia alle gerarchie dell’imperialismo e delle sue istituzioni transnazionali (a cominciare da Unione Europea e NATO) per costruire legami internazionalisti di fratellanza e cooperazione tra tutti i popoli.
È questo, a nostro avviso, il primo passo ineludibile per la ricostruzione e riaggregazione della sinistra italiana e, nel quadro drammatico apertosi con le elezioni politiche e di cui è prevedibile un ulteriore, rapido e pericolosissimo deterioramento, a questo occorre innanzitutto lavorare per fare della prospettiva della rinascita e dell’ambizione di ricostruire un blocco sociale capace di sostenere soluzioni politiche di classe e rivoluzionarie qualcosa di più di un miraggio.