Articolo tratto dal sito ufficiale del Partito dei Lavoratori brasiliano e tradotto dal portoghese a cura della nostra redazione
Gli incendiari del governo criminale di Bolsonaro stanno bruciando il più grande patrimonio naturale del pianeta, una ricchezza sovrana brasiliana “, ha protestato Humberto Costa, capogruppo al Senato del PT.
Tra il 1° gennaio e il 18 agosto di quest’anno, il Brasile ha registrato 73.000 incendi boschivi, con un aumento dell’83% rispetto allo stesso periodo dell’anno scorso.
Questi dati dell’Istituto nazionale per la ricerca spaziale (Inpe) non tengono conto dell’enorme incendio registrato a Rondônia lunedì scorso (19), che ha fatto cadere la notte sulla città di San Paolo alle tre del pomeriggio – episodio che il giornale britannico The Indipendent, con un titolo perplesso, ha definito “Il giorno del Giudizio Finale”.
“Il Brasile sta ardendo tra le fiamme. Gli incendiari di questo governo criminale stanno bruciando il più grande patrimonio naturale del pianeta, una ricchezza sovrana brasiliana ”, ha protestato il capogruppo al Senato del PT, Humberto Costa.
BolsoNERO
Il senatore ha espresso particolare indignazione per quella che ha definito “l’infamia” del presidente Jair Bolsonaro, che ha accusato le organizzazioni non governative ambientaliste di essere dietro i roghi con la finalità di colpire il suo governo.
“La NASA conferma che l’Amazzonia è in fiamme. Bolsonaro criticherà Donald Trump?”, ironizza Humberto, che in un post sul social network Twitter ha chiamato il presidente “BolsoNERO”, alludendo all’imperatore dell’antichità che avrebbe incendiato Roma (Il nome di Nerone in portoghese è tradotto “Nero”, NdT).
Danni alle esportazioni
La negligenza nella protezione dell’Amazzonia – o anche la decisione di non proteggere la foresta – è il risultato di una sensibilità ristretta e arretrata, valuta il senatore di Pará Paulo Rocha. “È possibile conciliare sviluppo economico e tutela ambientale”, ha affermato in una dichiarazione in Aula.
Paulo Rocha ha messo in guardia circa le perdite economiche che il paese potrebbe subire a causa della negligenza nella tutela della foresta e dell’incoraggiamento degli incendi. L’impreparazione di Bolsonaro, che disprezza le preoccupazioni dei leader mondiali, sta già causando boicottaggi delle esportazioni brasiliane, ha sottolineato il senatore.
Rocha ha ricordato i progressi ambientali realizzati durante i governi del Partito dei Lavoratori, quando la deforestazione amazzonica è stata ridotta, come riconosciuto dalle Nazioni Unite, e c’è stato un aumento di oltre il 50% delle aree protette nel paese.
Le conquiste dei governi del PT sono così rilevanti che il governo di Bolsonaro si è appropriato dei numeri ottenuti dalle amministrazioni di Lula e Dilma per utilizzarli come argomento a difesa della sua politica ambientale in una circolare inviata alle principali missioni diplomatiche brasiliane all’estero.
Concessioni minerarie
L’osservanza ambientale/diplomatica relizzata sotto il governo del PT non cancella le ripetute dichiarazioni di Bolsonaro, nelle quali il verde dell’Amazzonia è trattato come un ostacolo alla diffusione dell’estrazione dell’oro nella regione.
A ottobre 2018, i giornalisti David Biller e R.T Watson, dell’agenzia di stampa specializzata in economia Bloomberg, richiamavano l’attenzione sul “desiderio di Bolsonaro di liberare il potenziale minerario dell’Amazzonia”.
“Settore Nord”
All’epoca, Bolsonaro si trovava a pochi giorni dalla vittoria nel secondo turno delle elezioni presidenziali, un fatto celebrato da Elton Rohnelt (Imprenditore ed esponente politico della destra brasiliana, NdT), “che ha fondato alcune società minerarie durante la dittatura militare in Brasile, tra il 1964 e il 1985”, riporta Bloomberg, citata da Folha de S. Paolo. “Sentite, stiamo aspettando da 30 anni”, ha dichiarato Rohnelt.
“Il settore minerario del Nord sta aspettando che il governo brasiliano con Bolsonaro regolamenti la situazione”, ha aggiunto il minatore. Rohnelt è lo stesso che nel giugno 2018 fu scoperto mentre cercava di coinvolgere le tribù indigene nello sfruttamento illegale della tantalite nelle riserve amazzoniche, come mostra un rapporto di Folha de S. Paulo. All’epoca era consigliere del presidente Michel Temer.
Ripercussioni internazionali
La notte fuori orario calata su San Paolo lunedì scorso ha sorpreso il pianeta. I principali quotidiani europei e americani hanno titolato in modo allarmato sull’effetto della combustione amazzonica. “Il Brasile prega per i polmoni del mondo”, ha riassunto il francese Le Figaro.
Il fenomeno a San Paolo è stato dovuto all’intrappolamento del fumo soffiato proveniente da Rondônia, dove la foresta bruciava, sotto una massa d’aria polare di un fronte freddo che raggiungeva la più grande metropoli brasiliana.