«Sorelle e fratelli, la nostra democrazia è in pericolo per il colpo di Stato che hanno messo in marcia gruppi violenti che attentano all’ordine costituzionale. Denunciamo di fronte alla comunità internazionale questo attentato allo Stato di Diritto». Con queste parole il Presidente boliviano Evo Morales si è rivolto via Twitter al suo popolo, quel popolo che sempre lo ha sostenuto e appena pochi giorni fa lo ha confermato per un quarto mandato alla guida del paese, chiamandolo alla difesa del paese e della democrazia.
Da ore ormai la violenza squadrista dell’opposizione di destra si scatena in tutto il paese. Organizzazioni popolari, media comunitari e sedi di istituzioni vengono assaltati. Si cerca di oscurare i canali d’informazione per facilitare la riuscita del piano eversivo, mentre si moltiplicano le violenze contro la popolazione. Le sedi delle emittenti statali BTV y RPN sono state attaccate per allontanarne i giornalisti e metterne a tacere la voce. Le case dei governatori di Chuquisaca y Oruro e quella della sorella del Presidente sono state date alle fiamme.
«Chiamo il nostro popolo a difendere pacificamente la democrazia e a preservare la pace e la vita come beni supremi al di sopra di qualunque interesse politico. L’unità del popolo sarà la garanzia del benessere della Patria e della pace sociale», ha aggiunto dopo poche ore Evo, sempre via Twitter.
Fronte Popolare denuncia con forza il tentativo golpista in atto in Bolivia, esprime la sua piena e incondizionata solidarietà a Evo Morales, al Movimento al Socialismo, alle forze democratiche e rivoluzionarie e al popolo boliviano. Ci schieriamo risolutamente a loro sostegno contro l’eversione manovrata dall’imperialismo statunitense nel silenzio complice, tra gli altri, del governo italiano.
Negli ultimi mesi l’America Latina ha dimostrato al mondo intero di essere intenzionata a non soccombere a una riedizione del Piano Condor. Il fallimento del colpo di Stato di Guaidó in Venezuela, le grandi lotte popolari in Ecuador, Cile e Colombia, la disfatta elettorale di Macri in Argentina e la liberazione di Lula dopo 580 giorni di prigionia mostrano che la marea bolivariana non si è arrestata e che la battaglia per la liberazione e la giustizia sociale in tutto il continente non si fermerà fino alla vittoria completa. Evo Morales ne è uno dei volti più rappresentativi e le conquiste del suo governo, che hanno dato dignità e potere alle nazioni indigene e alle classi popolari, non potranno mai essere cancellate.
Con Evo e con la Bolivia fino alla vittoria!