Siamo un gruppo di donne che non vogliono rassegnarsi all’apatia e all’antipolitica. A discapito di tanto diffuso individualismo, crediamo nel potenziale della dimensione collettiva e sappiamo di vivere in un’epoca in cui c’è un disperato bisogno di cambiare le cose – ma con cognizione di causa, perché non sempre il cambiamento è per il meglio. Militiamo per questo in una organizzazione politica, Fronte Popolare, che costantemente si interroga circa le sfide del mondo che ci circonda. Anche altre organizzazioni ci interessano e ci vedono protagoniste: lo abbiamo già detto, divise e divisi siamo nulla.
Abbiamo, come tutte e tutti, vissuto questa difficile fase di pandemia rinchiuse in casa, con i nostri genitori, con i nostri compagni, con i nostri figli o da sole e, come tutte, abbiamo sperato che tutto ciò potesse essere presto superato, con tutti i problemi e gli sconvolgimenti che il Covid19 ha portato sia nelle vite private che a livello globale. Abbiamo ragionato sull’impatto che questa crisi ha avuto nelle nostre vite e sulle vite di chi fosse in crisi già da prima, come spesso accade per le donne: chi perché costretta a subire violenze domestiche, chi perché piegata dal peso di un lavoro pesante e costante, quello domestico o quello di cura, che nessuno ti riconosce né ti retribuisce e di cui, tuttavia, non è possibile fare a meno. A volte il cumulo dei due problemi e altri ancora ad aggiungersi.
Abbiamo visto che anche altrove, in Europa e nel mondo, questo momento di “reclusione in casa” ha sollecitato le stesse riflessioni nelle menti di tante donne, costrette a fare i conti con quello che, culturalmente e socialmente, la casa significa per molte: schiavitù domestica, abusi, violenze, lavoro domestico e di cura che si aggiunge al lavoro malpagato e spesso part time che si svolgeva fuori, e che in molte hanno perso. Non stiamo drammatizzando, anzi siamo certe che in parte questi problemi riguardano anche te, e comunque molte più persone di quel che si creda. Solo che in generale si continua a subire senza pensarci troppo, né osare ribellarsi.
Ma quante siamo? E dove siamo? Come possiamo darci una mano, in quanto donne – o essere affiancate da uomini che non si riconoscono nei meccanismi violenti e sessisti del patriarcato – se non abbiamo neanche una vaga idea di cosa subiamo e quante di noi?
Ecco perché ti chiediamo solo una manciata di minuti, non più di cinque, per compilare questo questionario ANONIMO e farlo compilare a quante più persone conosci. Con l’obiettivo di capire, senza violare la privacy di nessuno, cosa accade realmente nelle nostre case, nella vita reale che scorre all’ombra dei social e che troppo spesso resta invisibile agli amici e ai colleghi di lavoro.
Ti chiediamo poi, se vorrai, di unirti a noi, per portare avanti questa battaglia che deve vederci protagoniste, e in prima fila, per la piena emancipazione che tutte vogliamo, non solo per noi stesse ma per tutti coloro che, in un modo o nell’altro, vengono oppressi, schiacciati da un sistema spietato, che sullo sfruttamento di enormi masse di persone perpetua il privilegio di pochissimi parassiti. Ma per poter agire e cambiare, dobbiamo conoscerci, comprendere la situazione reale in cui viviamo. Per poi procedere, unite e uniti.
Come punto di partenza, un modo da cui partire, abbiamo concepito questo questionario. Ma se hai altre idee, siamo aperte a ricevere suggerimenti. Appartieni a qualche altra organizzazione? Non importa, collaboriamo, veniamoci incontro.
E dunque contattaci. Partecipa. In assoluta libertà, senza timore. Noi ci stiamo provando, convinte che unite riusciremo, un giorno, a innescare il cambiamento.
>LINK AL QUESTIONARIO<
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