Reddito di quarantena e sicurezza per lavoratrici e lavoratori: alcune proposte

Scioperi, pressioni di Confindustria, milioni di lavoratori che nonostante l’emergenza coronavirus sono obbligati ad andare a lavorare, ripagati con 100 miseri euro per il rischio che corrono con il contagio Padroni che spesso non fanno rispettare le norme di sicurezza imposte dai protocolli firmati recentemente tra le parti sociali. Dibattiti su attività essenziali e non, blocco della produzione si o no. Lavoratori a casa costretti ad usare ferie o permessi o a vedersi pagati attraverso gli ammortizzatori sociali. Precari allo sbando. Partite IVA con 600 euro di elemosina da parte dello Stato. Decreti che si susseguono. Il coronavirus mette a nudo tutta l’inadeguatezza del sistema capitalistico. Un essere infinitamente più piccolo di un capello umano mette in crisi una società intera. Come salvaguardare quindi il lavoratore? Dando potere legale di controllo alle rappresentanze sindacali nelle attività aperte e affiancando il reddito di quarantena per tutto l’esercito di persone alle misure già in essere al momento. Stop alla negazione dei diritti! Difendiamo la dignità del lavoro!

Cassa Integrazione Guadagni. Quella voce che nessuno vorrebbe mai leggere sulla propria busta paga. Quella ordinaria che ha un periodo massimo di 13 settimane prorogabili trimestralmente (52 settimane massimo). Eroga l’80% della retribuzione globale per le ore non lavorate da zero fino al limite del contratto (curioso in un Paese in cui il lavoro nero e lo straordinario non retribuito trasformano un contratto part time in full time sono realtà consistenti). Nel 2016 erano 971,71 euro lordi con reddito globale pari o inferiore a 2102,24 euro, 1167,91 se superiore. Vi è poi quella straordinaria che ha una durata massima di 24 mesi e agisce come quella ordinaria.

A loro si aggiunge il Fondo Integrazione Salariale che si suddivide in “assegno di solidarietà” per le imprese da 5 a 15 dipendenti con durata massima di 12 mesi e “assegno ordinario” che ha una durata massima di 26 settimane per le aziende con più di 15 dipendente. Si percepisce l’80% della retribuzione globale (al netto di una trattenuta del 5,84%) che consiste in 939,89 euro lordi se il reddito globale è pari o inferiore a 2159,48 euro 1129,66 euro lordi se superiore a quella soglia.

Con il livello odierno del costo della vita come si può vivere con queste cifre?

Il momento è di particolare difficoltà dovuta alla presenza delle restrizioni agli spostamenti per arginare il diffondersi del coronavirus. Proprio per la gravità dei danni economici generati dall’agente patogeno, lo Stato deve intervenire immediatamente per sostenere non solo i lavoratori dipendenti ma anche quelli precari e quelli legati ai settori più colpiti da questa emergenza. In Italia infatti ci sono 23 milioni di occupati, di questi 5,3 sono partite IVA e 3,7 milioni hanno un contratto a termine. In una città come Milano, l’affitto di un bilocale medio si aggira intorno ai 750/800 euro mensili. Come si può sopravvivere con la sola Cig? O con il solo Fis? Non si può. Appare quindi la necessità di affiancare ad essi uno strumento reddituale per garantire una vita dignitosa a tutti: il reddito di quarantena. Una rivendicazione portata avanti da più parti, tra gli altri dalle Clap (Camere del Lavoro Autonomo e Precario).

L’idea di fondo è quella di sostenere la classe lavoratrice, impiegata o meno in questo momento e indipendentemente dal contratto in essere. Come? Con un contributo mensile di 500 euro oltre agli aiuti già presenti, con il risultato di superare indenni l’emergenza. Si può fare? Sì. Secondo i nostri calcoli la misura costerebbe allo Stato 17,5 miliardi mensili. I fondi? Ci sarebbero eccome.

Come finanziare una misura del genere? Patrimoniale, taglio dell’investimento militare e rientro dei soldati all’estero. Per quanto riguarda il primo punto, i dati più recenti mostrano una forbice allarmante tra ricchi e poveri: in un articolo dello scorso anno del Sole24Ore, il reddito totale italiano è quantificato in 1500 miliardi di euro. Il 10% degli italiani più agiati ne detiene il 30% (90.000 euro lordi annui) il 50% più povero il 24% (15.000 euro lordi annui). Le disuguaglianze si riflettono ancora di più nel patrimonio totale italiano. Sempre sul Sole24Ore, in un altro articolo del maggio 2019, possiamo leggere che esso ammonta a 9.743 miliardi di euro e corrisponde alla somma di tutte le attività reali e finanziarie. Il mattone e i terreni sono preponderanti (5.246 miliardi) il restante è classificato come attività finanziarie (depositi, titoli ecc). Il 46% di tutto questo tesoretto è in mano al 10% della popolazione. Secondo uno studio di Tortuga, il primo think thank degli studenti di economia, se noi applicassimo una patrimoniale alla francese (tassazione sugli immobili per i patrimoni oltre gli 800.000 euro) con un’aliquota oscillante tra lo 0,5% e 1,5%, lo Stato potrebbe incassare 4 miliardi di euro. E se fosse al 5%? I conti sono presto fatti. Perché solo il proletariato deve fare sacrifici? Perché bisogna tutelare sempre e solo i ricchi? Sono tutti dei marchesi del Grillo? Eppure se loro sono ricchi lo devono solamente ai salariati

In merito al secondo punto diremo che stando alle fonti della Difesa lo stanziamento nel 2019 è stato di circa 22 miliardi circa (di questi 6 miliardi sono destinati all’Arma dei Carabinieri e 1,5 miliardi alle missioni all’estero). Il numero massimo di soldati impiegabili oltre i nostri confini è di 7300 circa (gli effettivi si possono ridurre di 1000 unità). Il nostro esercito elargisce a un soldato semplice in un paese straniero fino a 4000 euro al mese tra paga base e diaria. La maggioranza delle missioni avviene in Asia (13 missioni e 3438 impiegati): in Libano per conto dell’Onu, in Iraq ad addestrare le forze curde locali e in Afghanistan sotto l’egida della Nato. Seguono l’Europa con 14 missioni e 2526 effettivi, divisi tra operazioni marine come la “Mare Sicuro” , la “Eunavflor Sophia”, operazione militare Nato nel Mediterraneo orientale e nel Mar Nero e operazioni terrestri come la famigerata “Nato Kfor” nei Balcani, in Lettonia “Baltic Guardian” e, sempre per conto della Nato, 130 unità sono impiegate nella sorveglianza dello spazio aereo europeo. Chiude l’Africa in cui operiamo con 1517 effettivi in 18 scenari. La parte del leone la fanno la Somalia, per il contrasto alla pirateria “Eunavflor Atalanta” e l’addestramento nell’ambito di un programma europeo, e la Libia, per assistenza e supporto.

Come si evince, gli investimenti militari sono spesso dettati dalle necessità del Patto Atlantico. Non è forse il caso di abbandonare certi scenari? Quanto potremmo risparmiare anche per finanziare la futura ripresa? Tra un taglio immediato ad esempio del 20 % delle spese militari in Italia (circa 3 miliardi) e l’annullamento degli impegni internazionali, considerando anche la sicurezza per la salute dei militari esposti al rischio contagio in scenari complessi, risparmieremmo 4,5 miliardi.

Il coronavirus ha messo in luce tutte le contraddizioni del capitalismo, che però non accenna a diminuire la morsa sui lavoratori cercando e ottenendo di stabilire quale attività è essenziale e quale non lo è, dettando i provvedimenti del governo con le sue rappresentanze, a partire da Confindustria. La classe operaia però si ribella, anche in grandi realtà come Amazon, proclama scioperi stanca di lavorare per produzioni non primarie come i motori degli aeroplani, rischiando di contagiarsi lungo il tragitto casa-lavoro o proprio sui luoghi di produzione, perché mancano le mascherine o non si riesce o vuole far rispettare il metro di sicurezza. Sciopera, tira fuori gli artigli per difendere la dignità del lavoro. Incrocia le braccia.

Anche in altri settori c’è stanchezza. Stanchezza di usare ferie e permessi o di essere pagati solo 900 euro al mese per colpa di una crisi che non è stata creata da noi cittadini. L’alternativa esiste: è il reddito di quarantena, andando a richiedere il sacrificio delle classi agiate. Ci vuole unione d’intenti per chiedere più garanzie economiche e sindacali, come un controllo legale da parte delle rappresentanze dei lavoratori nei settori aperti. Ci vogliono mosse coraggiose e bisogna iniziare a far pagare la crisi anche al padronato che passa la quarantena nelle sue belle ville al mare, mentre l’operaio prende mezzi pubblici affollati per regalare al padrone proprio quella bella vista.

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Fonti:

Link spese militari

https://www.agi.it/fact-checking/militari_italiani_estero_numeri-6529909/news/2019-11-12/

https://www.dirittiglobali.it/2019/06/nel-2019-oltre-un-miliardo-per-le-missioni-militari-allestero-spiccioli-per-la-cooperazione/

http://www.rgs.mef.gov.it/_Documenti/VERSIONE-I/attivita_istituzionali/formazione_e_gestione_del_bilancio/bilancio_di_previsione/bilancio_finanziario/2019-2021/allegato-tecnico-per-capitoli/DLB_2019_DLB-04-AT-120-Difesa.pdf

https://www.money.it/Militari-italiani-quanto-guadagnano-stipendio-missione-estero

Link patrimoniale

https://ilmanifesto.it/con-una-patrimoniale-alla-francese-4-miliardi-di-gettito-prudente/

https://www.ilfattoquotidiano.it/2019/01/21/oxfam-in-italia-il-5-per-cento-piu-ricco-della-popolazione-ha-un-patrimonio-pari-a-quello-del-90-piu-povero/4911169/

https://www.econopoly.ilsole24ore.com/2019/04/05/disuguaglianze-reddito-italia/

https://www.ilsole24ore.com/art/la-ricchezza-italiani-e-cresciuta–98-miliardi-ACHvyr

Link chiusura attività non essenziali

https://www.repubblica.it/economia/2020/03/22/news/coronavirus_le_imprese_che_si_fermeranno-251988480/#decreto

Link reddito di quarantena

https://www.dinamopress.it/news/cose-reddito-quarantena/

https://quifinanza.it/soldi/coronavirus-reddito-quarantena/361211/

Link cassa integrazione guadagni e fondi di sostegno

https://www.inps.it/nuovoportaleinps/default.aspx?itemdir=50599

https://www.inps.it/nuovoportaleinps/default.aspx?itemdir=50596

https://www.inps.it/nuovoportaleinps/default.aspx?itemdir=50262

Link Istat

https://www.istat.it/it/files//2020/03/NotaTrimestrale-Occupazione-IV-2019.pdf

Link lavoro

https://www.ilsole24ore.com/art/lavoro-crescono-precari-gli-under-40-calano-quelli-tempo-indeterminato–AFf2ITE

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