La Grecia nella morsa di una doppia crisi: sanitaria ed economico/sociale

Riceviamo e volentieri pubblichiamo questo documento deicompagni greci della Nuova Corrente di Sinistra per la Liberazione Comunista (NAR) e della loro giovanile, la Gioventù per la Liberazione Comunista (NKA).

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Il Covid-19 e il sistema sanitario greco

La crisi pandemica ha svelato l’attuale tragico stato del sistema sanitario pubblico in Grecia, determinato dalle politiche neoliberiste perseguite da tutti i governi sotto la guida dell’UE.

La direzione di marcia dell’UE è sempre stata chiara: ridurre la spesa sanitaria pubblica e promuovere i partenariati pubblico-privato, con l’obiettivo finale di privatizzare completamente il settore. Questo attacco è diventato ancora più intenso dal 2008. In Grecia, durante i primi anni della crisi (2009-2013) la spesa sanitaria pro capite è diminuita dell’8,7% ogni anno. Il bilancio statale per la sanità, dal 2010 al 2018, è diminuito progressivamente fino al 50%, e la tendenza è continuata nel 2019. Nel periodo di applicazione dei memorandum UE-FMI sono stati chiusi complessivamente sei ospedali psichiatrici e quindici ospedali di medicina generale. Contemporaneamente sono stati chiusi in tutto il Paese i Centri sanitari urbani e le Unità sanitarie di base.

Per la lotta contro il coronavirus, il sistema sanitario pubblico dispone di soli 567 posti letto in terapia intensiva, collocandosi agli ultimi posti in Europa per quanto riguarda il rapporto di posti letto in terapia intensiva per 100.000 abitanti. Il numero dei posti letto in terapia intensiva in Grecia dovrebbe essere di circa 3.500, data anche l’alta percentuale di anziani presenti nel Paese. Inoltre, il numero di addetti ospedalieri – in tutti i settori – è sceso drasticamente da circa 104.000 a circa 76.000 unità, mentre il numero di lavoratori con condizioni di lavoro precarie si avvicina ora al 20% del totale! Il primo ministro Mitsotakis ha definito il coronavirus un “nemico invisibile”, ma negli ultimi decenni è stato ben visibile il nemico della sanità pubblica e gratuita: le politiche neoliberiste praticate da tutti i governi.

Salute e diritti dei lavoratori sotto attacco

Anche i diritti della classe operaia e del popolo sono sotto attacco in nome della pandemia. Invece di rispondere alla pandemia con misure immediate a sostegno del sistema sanitario pubblico, il governo di Nuova Democrazia (partito di destra al potere, NdT) sta sfruttando l’attuale crisi per accelerare le misure contro il lavoro e limitare le libertà popolari. Sono stati annunciati incentivi per i datori di lavoro e per il capitale e accordi favorevoli per le imprese. Allo stesso tempo, vediamo nuove misure per abolire le leggi sul lavoro e i contratti di lavoro, ci sono nuovi tagli salariali e precarietà del lavoro senza alcun controllo. Il governo ha anche imposto un coprifuoco totale, ma allo stesso tempo migliaia di persone sono costrette a essere esposte al virus mentre lavorano nelle industrie, nelle fabbriche, nell’artigianato e nei moderni posti di lavoro dell’industria dei servizi (per esempio le telecomunicazioni). Il governo mira a vietare l’azione sindacale e politica che è scatenata dalla sua politica antioperaia di questo periodo. Insieme a queste misure che riguardano i lavoratori, è in corso una campagna autoritaria per legittimare misure estreme di controllo, disciplinamento e repressione. Si tratta di provvedimenti non adottati secondo il criterio della tutela della salute pubblica, in quanto decine di migliaia di lavoratori continuano a lavorare, in condizioni difficili e pericolose, senza misure e dispositivi di protezione individuale efficaci. Queste misure governative limitano e aboliscono la libertà di azione politica e sindacale, in un momento in cui i sindacati e i loro iscritti devono agire, controllare i datori di lavoro e intervenire.

Solidarietà e lotta al tempo della pandemia

Contro questa situazione distopica si è venuta a creare un’ondata di solidarietà. Gli attivisti di ogni angolo della Grecia non dimenticano che devono rimanere attivi. Le pagine web di solidarietà stanno crescendo rapidamente, per dimostrare che nessuno deve essere lasciato indifeso durante la pandemia. In pochi giorni sono state create numerose pagine web di solidarietà. Tra queste, la pagina Facebook della campagna “Rimaniamo attivi – Salute, Collettività, Solidarietà” sta cercando di tenere le persone informate e di mantenere uno spirito d’azione, ma anche di funzionare come punto di riferimento per l’organizzazione di alcune azioni di solidarietà e di essere la voce dei lavoratori, dei disoccupati, dei rifugiati, dei senzatetto, di tutti quei gruppi che hanno bisogno di aiuto fino a quando questo periodo non sarà passato.

Anche i collettivi di quartiere aumentano ogni giorno, formando una vasta rete di solidarietà sociale affinché nessun essere umano sia lasciato solo! Di fronte all’attuale stato della politica del governo e al terrorismo padronale, stanno assumendo l’iniziativa di organizzare e difendere le persone nei quartieri. I loro obiettivi sono :

– sostenere le persone appartenenti a gruppi vulnerabili (anziani, disabili, ecc.) e dare risposta ai loro bisogni di cibo, medicinali, ecc.

– raccogliere cibo e beni di prima necessità per i più deboli (disoccupati, immigrati, rifugiati).

Questi collettivi di quartiere, ma anche pagine FB e account su Twitter, stanno cercando di informare il pubblico e di fornire sostegno a tutte le proteste sui luighi di lavoro, raccogliendo le denunce dei dipendenti in merito alle violazioni dei loro diritti sul lavoro. Queste iniziative sono molto importanti, se si considera che sono stati segnalati 40.000 licenziamenti anche prima dell’annuncio del blocco delle attività.

È stata sviluppata una campagna di successo riguardante i lavoratori degli ipermercati e il loro diritto al riposo domenicale. Il governo aveva inizialmente annunciato che gli ipermercati sarebbero rimasti aperti ogni domenica, ma la prima domenica di quarantena essi sono diminuiti del 50%, a causa della campagna di solidarietà per il boicottaggio degli acquisti domenicali. Alla fine, il governo ha ritirato il provvedimento e migliaia di lavoratori hanno conquistato una giornata di riposo.

Il 7 aprile, le azioni della Giornata mondiale della salute in Grecia sono state caratterizzate dalla protesta per sottolineare la necessità di un’assistenza sanitaria pubblica e universale gratuita. Ci sono stati raduni convocati dagli operatori ospedalieri (medici, infermieri, ecc.) in decine di ospedali in tutta la Grecia. Essi sono stati sostenuti da militanti di sinistra e dai sindacati. In alcuni casi la polizia ha cercato d’imporre multe ai manifestanti, prendendo a pretesto le misure di restrizione. La prima reazione di massa è stata all’aeroporto di Atene contro i 400 licenziamenti di Sky – Swissport. Primi scioperi sono stati indetti anche nel settore delle telecomunicazioni. I lavoratori affermano che dare priorità alla tutela della vita è un dovere fondamentale non solo durante le pandemie, ma anche contro le disuguaglianze distruttive e la povertà! La loro risposta è una lotta collettiva per rivendicare:

-divieto di tutti i licenziamenti;

-pagamento dei salari senza tagli o straordinari;

-misure di protezione della salute e della sicurezza nelle aziende che continuano ad operare;

-tutele per i disoccupati.

È fondamentale per noi che la lotta contro il capitale e il governo sia combattuta a partire da ora, con tutti i mezzi che abbiamo a disposizione. Non si deve rimandare la lotta di classe, perché l’altra parte non ha fermato lo sfruttamento. Ciò è dimostrato nel modo più chiaro dai passi compiuti dal governo e dai capitalisti. Sì, dobbiamo lottare in condizioni straordinarie e senza precedenti, ma dobbiamo combattere questa battaglia oggi, in modo che le cose non diventino più difficili domani.

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