Lunedi 23 Novembre è balzata alle cronache la storica sentenza del Tribunale del lavoro di Palermo per una causa intentata dalla NIdiL-CGIL del capoluogo siciliano. Il sindacato ha infatti sostenuto e portato avanti la lotta di un quarantanovenne palermitano che lavora come fattorino per la nota catena di delivery Glovo.
Tutto è nato quando l’uomo, Marco Tuttolomondo, ha rilasciato una breve intervista a una tv locale chiedendo maggiore sicurezza sul lavoro, vista anche la particolarità del periodo, segnato dall’emergenza Covid-19. Tuttavia, dopo la legittima richiesta volta a salvaguardare la propria salute, l’uomo non ha potuto lavorare per qualche giorno poiché “inspiegabilmente” l’applicazione che gestisce le comande, e quindi gli ordini di consegna, era stata disconnessa dal suo dispositivo.
Tuttolomondo, trovandosi nella medesima, precaria situazione di tutti i lavoratori rider, risulta un lavoratore con contratto parasubordinato a cottimo, dunque il suo guadagno corrisponde al numero delle consegne effettuate. Per questo motivo il lavoratore, non avendo potuto effettuare le consegne a causa della disconnessione dell’app da parte di Glovo, ha subito delle mancate entrate per le quali ha richiesto un risarcimento (85 euro) all’azienda.
Vedendosi rifiutata la richiesta, l’uomo ha dunque deciso di intraprendere una causa contro Glovo, sostenuto dal NIdiL, che ha portato alla storica sentenza: il Giudice del lavoro Paola Marino, ha infatti sancito per la prima volta che il rider deve essere assunto con contratto subordinato a tempo indeterminato, con stipendio fisso e non a cottimo, oltre tutte le garanzie e i trattamenti connessi in termini di orario di lavoro, ferie, malattia e Tfr.
La sentenza è molto importante perché potrebbe fare da spartiacque in un mondo purtroppo ancora poco tutelato come quello dei riders. Questo risulta, a tutti gli effetti, essere un importantissimo precedente nella battaglia dei diritti dei rider, che può e deve essere uno stimolo per tutte le lavoratrici e i lavoratori del settore a organizzarsi sindacalmente, e quindi perseguire l’obiettivo comune di ottenere più diritti e arrivare alla stipulazione del CCNL e al riconoscimento del salario minimo di categoria.
A Marco Tuttolomondo, e con lui a tutte le lavoratrici e i lavoratori che si battono contro la barbarie dei rapporti di lavoro nel settore delle consegne a domicilio, rinnoviamo la nostra solidarietà ed esprimiamo le nostre congratulazioni per una vittoria che apre la via a nuove lotte e a nuove conquiste possibili.
OSARE LOTTARE, OSARE VINCERE!