Ci siamo! Da pochi giorni, è stato raggiunto il numero minimo di firme fissato per l’Italia per il sostegno all’Iniziativa dei Cittadini Europei (ICE) “Nessun profitto sulla pandemia”.
L’ICE, promossa da una vasta convergenza di forze sociali e politiche dei 27 paesi dell’Unione Europea, si pone obiettivi immediati di fondamentale importanza:
- mettere fine al controllo delle aziende farmaceutiche sui vaccini, esercitato tramite i brevetti, per rendere i vaccini davvero accessibili a tutti;
- imporre la trasparenza sui costi di produzione, i contributi pubblici, l’efficacia e la sicurezza dei vaccini e dei farmaci, così come sui contratti tra autorità pubbliche e aziende farmaceutiche;
- impedire all’industria farmaceutica di privatizzare tecnologie sanitarie fondamentali che sono state sviluppate con risorse pubbliche;
- impedire alle grandi multinazionali di depredare i sistemi di assistenza sociale, realizzando enormi profitti sulla pandemia.
In sintesi, si tratta di lottare, nelle condizioni date, per affermare il diritto alla vita e alle cure di tutte e di tutti. Si tratta di delineare un’alternativa, concreta e immediatamente praticabile, alle politiche dell’Unione Europea, che sta gestendo la campagna vaccinale e gli approvvigionamenti di vaccini tutelando gli interessi delle multinazionali del farmaco a discapito della salute di tutte e tutti noi.
Un punto fondamentale è l’urgenza di costruire le condizioni necessarie per un’efficace campagna vaccinale nei paesi più poveri. E questo non soltanto, come in primo luogo va sottolineato, per un senso elementare di giustizia, ma anche perché se la pandemia non smetterà dilagare nel sud del mondo, consentendo al virus di continuare a mutare, il pericolo continuerà a incombere anche su di noi e la campagna vaccinale fin qui svolta potrebbe finire per essere in parte o del tutto vanificata. Il diffondersi della “variante delta” e le sue conseguenze ne sono la dimostrazione evidente.
Il successo della campagna di raccolta firme per l’ICE nel nostro Paese è un segnale importante di partecipazione civile, ma anche della presenza di un’area significativa di opposizione alle logiche ordoliberiste, mercatiste e privatiste incarnate dalla Commissione Europea guidata da Ursula von der Leyen e dal governo Draghi. Un’area cui la sinistra di classe ha il dovere morale e il compito politico d’indicare tanto prospettive alte di antagonismo politico rispetto alla “costruzione europea”, quanto concrete priorità immediate di mobilitazione e d’impegno.
Il raggiungimento dell’importante traguardo del quorum per l’Italia non deve però bastarci. Continuiamo a coinvolgere, a firmare e a far firmare!