Ieri mattina abbiamo ricevuto una triste sorpresa: Facebook ha deciso di “ridurre la distribuzione” dei contenuti della pagina della nostra organizzazione, con l’accusa che utilizzeremmo “titoli che celano informazioni, esagerano i dettagli o entrambe le cose”, per aver condiviso due post che non rispetterebbero i famigerati standard del social network.
I post sotto accusa riguardano entrambi il nostro sostegno alla lotta contro la repressione in Turchia e, in particolare, viene richiamata la pubblicazione della lettera aperta che Fronte Popolare e il Partito Comunista Italiano hanno inviato congiuntamente all’Ambasciata di Turchia a Roma, chiedendo la fine della repressione nei confronti del collettivo musicale Grup Yorum.
Non è la prima volta che il social network censura informazioni, articoli e prese di posizione riguardanti il governo turco. Già l’anno scorso, durante l’avanzata dell’esercito turco nel nord della Siria e l’invasione militare, numerose pagine che avevano coraggiosamente osato denunciare le violazioni del regime di Ankara erano state prontamente censurate o addirittura chiuse.
Le accuse che oggi ci vengono rivolte sono, come al solito, fuorvianti rispetto a un intento di censura nei nostri confronti che a nostro avviso risulta invece evidente. Ci viene notificato che i nostri contenuti diffonderebbero fake news e nasconderebbero tranelli “acchiappa like”. Trattandosi però di una lettera aperta, contenente una forte presa di posizione, ci chiediamo come questo contenuto possa essere considerato una notizia falsa o un mero strumento per aumentare le visualizzazioni.
Non siamo soliti dare peso ai più vari tentativi di censura nei nostri confronti. Non è la prima volta e purtroppo immaginiamo che non sia nemmeno l’ultima. Ai canali social abbiamo sempre preferito le piazze e le strade, ma in un momento d’impossibilità di incontro con le persone, riteniamo particolarmente grave la chiusura nei nostri confronti.
Troviamo poi estremamente preoccupante il dubbio, che però va consolidandosi nel tempo e attraverso l’esperienza, che al regime di un governo straniero possa essere in qualche modo accordata la opportunità d’intervenire con operazioni di censura di contenuti rivolti alla popolazione italiana. D’altra parte, è cosa di pubblico dominio e che sappiamo bene quanto Facebook si dimostri “collaborativo” nei confronti degli organismi di polizia e repressivi di vari stati e ci allarma vedere come anche il nostro governo, per ragioni di convenienza ed opportunismo, si presti a ignorare e silenziare la protesta dei propri cittadini pur di salvaguardare l’immagine dell’alleato Erdoğan.
Non lasciandoci intimorire dal tentativo oscurantista, riproponiamo a questo link la lettera congiunta di Fronte Popolare e del Partito Comunista Italiano a sostegno della lotta del Grup Yorum, e chiediamo a tutte e tutti di aiutarci nella sua diffusione, in modo da battere insieme ogni tentativo censorio.
Vi chiediamo di continuare a seguirci anche tramite le pagine delle nostre cellule territoriali e di dare massima diffusione ai materiali del nostro sito internet.
https://frontepopolare.net/
Forti delle nostre ragioni e sereni nelle nostre pratiche, ci auguriamo di poterci ritrovare il prima possibile uniti nelle piazze e nelle strade per tornare a fare politica nel modo che più amiamo: tra la gente, con la gente, per la gente.
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