Pubblichiamo qua di seguito due comunicati dei compagni del Freedom Road Socialist Organisation, ai quali avevamo già chiesto un’analisi delle elezioni presidenziali e della pandemia negli USA. In occasione del 25 aprile, ci avevano mandato un video messaggio di solidarietà. Al grido ‘All power to the workers!” (Tutto il potere ai lavoratori!), FRSO è un’organizzazione dinamica e in forte crescita nel panorama delle lotte. Di seguito i due testi sulla lotta di questi giorni, il primo a cura della Commissione Nazionale del FRSO e il secondo della sezione del Minnesota.
INCRIMINARE E CONDANNARE GLI AGENTI ASSASSINI! CONTROLLO DELLE ATTIVITÀ POLIZIESCHE DA PARTE DELLA COMUNITÀ ORA!
I cittadini di Minneapolis hanno trascorso le ultime settantadue ore nelle strade (il testo è datato il 29/05/2020, ndt), chiedendo l’arresto degli agenti di polizia colpevoli dell’omicidio, avvenuto nella notte di lunedì 25 maggio, del quarantaseienne afroamericano George Floyd.
Il video dell’accaduto è stato rilasciato nella mattinata di martedì, in esso si vede l’ormai ex – agente di polizia di Minneapolis Derek Chauvin che trattiene George a terra, il quale ha il viso rivolto contro il selciato. Chauvin gli preme contro il collo un ginocchio e nel video si riescono a notare i rantoli di George che non riesce a respirare. Ciò viene chiaramente detto da parte di George al suo aguzzino, così come si può udire la richiesta di vedere la propria madre prima che il suo corpo inizi ad irrigidirsi. Degli altri tre agenti presenti sulla scena, due concorrono nell’aiutare il collega a trattenere George a terra, incuranti delle richieste delle persone circostanti a lasciarlo andare per permettergli di respirare.
In seguito all’accaduto decine di migliaia di persone sono scese per le strade di Minneapolis chiedendo giustizia. Da qui la decisione da parte del comando di polizia cittadino di sospendere dal servizio i quattro agenti coinvolti e di incriminare ed incarcerare Chauvin nella giornata del 29 maggio.
Non possiamo dimenticare che nell’area delle Twin Cities (Minneapolis-Saint Paul) siano avvenuti altri episodi come quello in cui ha perso la vita George Floyd: nel 2015 un afroamericano di nome Jamar Clark fu ucciso da due agenti di polizia di Minneapolis; uguale sorte toccò a Philando Castile nei sobborghi cittadini ed a Justine Damond nel 2017. In tutti e tre i casi si ebbero proteste di massa.
Ciò che è successo non è una semplice storia di afroamericani oppressi, bensì il risultato di un sistema di oppressione generale ai danni delle minoranze e dei soggetti considerati marginali orchestrata dalle istituzioni e dalle forze di polizia ad esse collegate.Da Minneapolis a Louisville vediamo come la difesa della vita e dell’incolumità dei neri non interessino alle forze di polizia.
Ma il caso di Minneapolis ha innescato un processo di attacco da parte delle forze che si battono per la liberazione degli afroamericani, nel quadro generale delle proteste. Come disse una volta Martin Luther King jr. “la rivolta è il linguaggio degli inascoltati”.
Dobbiamo continuare a chiedere che le forze di polizia siano poste sotto il controllo della comunità, così come la condanna e l’incarcerazione di tutti gli agenti coinvolti nell’omicidio. Dobbiamo, memori del caso che ha riguardato LaQuan McDonald a Chicago, anche chiedere la rimozione dal sistema giudiziario delle figure che si rifiutano di incriminare i poliziotti assassini ed i vigilantes razzisti. A tal proposito, occorre ricordare il caso dell’assassinio di Ahmaud Arbery avvenuto a Brunswick, in Georgia. […]
È nostro compito organizzare, agitare e connettere la lotta per far ottenere giustizia a George Floyd, ad Ahmaud Arbery, a Breonna Taylor alle nostre battaglie locali per il controllo da parte della comunità delle forze di polizia.
Dobbiamo agire a livello nazionale e locale per consolidare le forze che si battono contro le ingiustizie e l’oppressione perpetrate da un sistema criminale ai nostri danni.
Le strade bruciano e il nostro compito è quello di tenere vive più che mai le fiamme. Giustizia per George Floyd! Incriminare e condannare gli agenti assassini! Controllo comunitario delle forze di polizia! Tutto il potere al popolo!
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LA GUARDIA NAZIONALE SI RITIRI DALLE TWIN CITIES (Minneapolis-Saint Paul)!
Il brutale omicidio di George Floyd da parte della polizia ha generato una possente sollevazione che non si placherà se non
quando sarà stata ottenuta giustizia. Si tratta di un caso di omicidio. George Floyd, afroamericano, è stato ucciso in pieno giorno davanti a testimoni che hanno avuto cura di filmare l’accaduto. I responsabili di tale crimine sono l’agente Derek Chauvin e tre suoi colleghi del Dipartimento di Polizia di Minneapolis. Tutti sanno che la polizia cittadina vanta, per così dire, una lunga storia di omicidi di afroamericani avvenuti perché questi ultimi erano colpevoli di avere la pelle nera.
La risposta da parte della comunità nelle Twin Cities costituisce una fonte di ispirazione per coloro che lottano per l’uguaglianza e la libertà. Il giorno successivo all’omicidio, ventimila persone hanno marciato per le strade di South Minneapolis, tra i manifestanti erano presenti persone di tutte le età ed etnie, compresi molti giovani afroamericani.
La sede della Third Precint di Polizia – di cui facevano parte i tre assassini – è stata circondata. Gli agenti hanno sparato proiettili di gomma e gas lacrimogeni. Dal lato dei manifestanti sono piovuti mattoni, bottiglie e pietre. A migliaia hanno preso d’assalto la stazione di polizia il 28 maggio. Gli agenti sono stati costretti ad abbandonare lo stabile, che è stato dato alle fiamme. Nei punti vendita delle grandi catene di distribuzione, come Cub Foods e Target, i poveri di tutte le etnie stanno “facendo shopping gratis”.
Molti piccoli commercianti neri e latinoamericani, che sono stati comunque colpiti dalla protesta, stanno esprimendo la loro approvazione alla battaglia per fermare una volta per tutte i crimini delle forze di polizia. La lotta è giusta e gode di un vasto supporto all’interno delle Twin Cities.
Le istituzioni cittadine, dello stato ed i rappresentanti delle forze dell’ordine hanno parlato di “agitatori esterni”. In realtà la rivolta in atto non è seguita ad alcuna precedente congiura. È piuttosto un prodotto dei crimini polizieschi, della discriminazione razziale e di disuguaglianze sistematiche. Le persone ne avevano abbastanza ed hanno deciso di dare una svolta alla situazione con le proprie mani. Il fatto che uno degli assassini, l’ormai ex – agente Derek Chauvin, sia stato posto sotto custodia mostra la potenza del nostro movimento.
Tutto questo però non è ancora abbastanza: vogliamo che si operi al fine di processare tutti i colpevoli e di far cessare una volta per tutte gli abusi delle forze di polizia. Per tali motivi la nostra battaglia continua.
Chiunque sia solidale con la nostra protesta deve esigere il ritiro della Guardia Nazionale del Minnesota. Quest’ultima non è parte di alcuna soluzione. Loro sono qui per far sì che il problema resti irrisolto. Fu errato utilizzare tale forza contro i dimostranti in vista della Convenzione Nazionale Repubblicana nel 2008 così come durante lo sciopero di Hormel nel 1986. La Guardia Nazionale deve andarsene. Ora!
Dobbiamo difendere i nostri diritti democratici ed opporci a misure ad essi contrarie – come il coprifuoco implementato in data 29 maggio. Le leggi ingiuste vanno stracciate mentre quelle che hanno il compito di promuovere la giustizia vanno difese.
Gli Stati Uniti sono una prigione per gli oppressi. I tempi sono maturi perché le persone decidano di evadere!
Deve essere fatta giustizia per George Floyd. Nella nostra comunità ci sono persone che hanno perso loro cari a causa degli abusi delle forze di polizia. Questo va ricordato. Vi è bisogno che il Dipartimento di Polizia di Minneapolis sia posto sotto il controllo della comunità. Le cose devono cambiare. Cambieranno. Nella strade delle Twin Cities le stiamo facendo cambiare.