Elezioni presidenziali in Francia: il commento dei comunisti francesi sui risultati del primo turno

Primo commento del Polo di Rinascita Comunista in Francia (PRCF) sul primo turno delle elezioni presidenziali – 23 aprile 2017

Anche se l’astensione aumenta un po’ rispetto alle presidenziali precedenti, gli elettori hanno ignorato a larga maggioranza gli appelli al boicottaggio lanciati qua e là.

Uno dei due pupilli del grande capitale, la marionetta dell’Impero federalista europeo, dell’uberizzazione generale della società, l’uomo dell’estremamente deleterio slogan “né destra né sinistra”, Emmanuel Macron, è in testa, ma con un punteggio assai inferiore al quarto dell’elettorato avente diritto. Ha beneficiato soprattutto di un sostegno massiccio e indecente da parte dei finanzieri, della stampa e del capitale e anche di tutta una parte dell’apparato del Partito Socialista e della CFDT (sindacato moderato e filo-padronale, N.d.T.), di tutti coloro che hanno imposto la vergognosa loi Travail. Macron vuole mettere in campo un “partito democratico” all’americana, capitalista al 100%, che rompendo con i riferimenti del PS, per quanto essi fossero ipocriti, alla sinistra popolare, potrà condurre una politica totalmente decomplessata in favore del MEDEF (Confindustria francese, N.d.T.), americanizzare a fondo la nostra vita politica, la nostra cultura e finanche la nostra lingua. Ma come Renzi in Italia, Macron non tarderà a trovarsi contro il movimento operaio francese che non ha dimenticato il grande scontro di classe contro la loi Travail, né ha sepolto il NO popolare alla costituzione europea. È fuori discussione concedere a Macron una patente di antifascismo quando è l’orientamento pro-Maastricht, padronale, guerrafondaio e atlantista di Sarkozy, Hollande e dell’insieme dei ministri ed ex ministri di Hollande, tra cui Macron, che da anni allarga il bacino dell’estrema destra in Francia. Tanto più che ormai Macron è sostenuto anche dai maggiorenti di Repubblicani (nuovo nome dell’UMP, partito di destra europeista di Fillon e Sarkozy, N.d.R.), dal PS e ovviamente dalla Commissione Europea e da Berlino, non certo per il suo “antifascismo”, ovviamente, ma per operare al più presto il “salto federalista europeo” che hanno già preparato Hollande e Merkel sulle spalle dei loro rispettivi popoli.

Le Pen è al secondo turno, anche se con un punteggio meno elevato di quello che sognava per contendere efficacemente l’Eliseo. I militanti del PRCF agiranno sul territorio per far calare i consensi del FN negli ambienti operai perché quel partito disonora la Francia, divide la classe operaia, spinge alla guerra intercomunitaria e alla fascistizzazione del paese, anche se il cammino verso lo stato di polizia è stato largamente orchestrato da decenni dalla destra e dai governi socialisti (che ancora poco tempo fa tentavano di vietare manifestazioni sindacali di massa!). Militando ventre a terra tra i settori popolari per far calare i voti FN, occorre far arretrare il più possibile il partito dell’odio che inquina l’ambiente politico in questo paese da anni e che blocca l’alternativa progressista a vantaggio del capitale, sviando il patriottismo legittimo di una parte del popolo verso il le secche mortali del razzismo.

Tuttavia, mentre la destra (Fillon, Juppé, ecc.) e il PS chiamano già a votare Macron, il PRCF non legittimerà con il suo voto un candidato la cui politica ultra-maastrichtiana mira a dissolvere la nazione, a sostenere le guerre USA, a polverizzare tutte le conquiste sociali… Dunque a nutrire il FN che si avvantaggia di tutti questi tradimenti sociali e nazionali per usurpare e sviare il riferimento alla nazione.

Fillon è eliminato dal secondo turno: giusta punizione per l’indecenza di un candidato super-tatcheriano e profittatore. I Repubblicani e i sostenitori egoisti e versagliesi di Fillon conosceranno nuovamente giorni difficili ed è tanto meglio per i lavoratori e per il movimento popolare.

Indipendentemente dagli elettori sinceri che lo hanno sostenuto, Hamon paga il dazio di un PS distrutto dalla politica servilmente pro-MEDEF di Hollande e arriva in quinta posizione. Coloro che s’ispirano a Jean Jaurès e ancora aderiscono al PS capiranno infine che quel partito guerrafondaio, totalmente sottomesso all’UE, alla NATO e al MEDEF non è più da molto tempo un luogo decente per dei veri progressisti?

Anche se non conquista il secondo turno, Jean-Luc Mélenchon ottiene un risultato elevato che rappresenta un punto d’appoggio per i progressisti e i lavoratori di questo paese. Egli ottiene un simile risultato malgrado la campagna anticomunista indecente condotta contro di lui da Hollande, Laurent Berger e compagnia. Il PRCF è fiero di aver fatto la scelta chiara dell’intervento comunista attivo, “critico ma costruttivo e dinamico”, per sostenere una candidatura che era la sola, con gli attuali rapporti di forza, a poter preservare e allargare lo spazio progressista indispensabile alle resistenze sociali. Certamente Mélenchon non è comunista e le sue posizioni sono rimaste più che esitanti sulla Frexit progressista (uscita da sinistra dall’UE, N.d.R.) non aggirabile per riaprire la via del socialismo in Francia. Ma JLM vuole uscire dalla NATO e questo è vitale in un periodo in cui il fascistoide Donald Trump dà luogo ai confronti militari più pericolosi, dalla Siria alla Corea passando per l’Ucraina. Occorre dunque urgentemente, senza smobilitarsi, lavorare per difendere la pace con tutti i veri democratici. È in questo spirito che il PRCF chiama tutti i democratici amanti della pace a organizzare insieme dei concentramenti, prima del secondo turno, contro Trump e la sua marcia verso la guerra su tutti i fronti.

Più che mai il PRCF tende la mano a tutti coloro che vogliono agire per ricostruire il vero partito comunista, sostenere il sindacalismo di classe, costruire il fronte di resistenza antifascista, patriottica, popolare ed ecologica indispensabile per fermare la fascistizzazione, bloccare la marcia di Trump verso la guerra mondiale e tirare fuori per tempo la Francia dall’euro, dall’UE, dalla NATO e dal capitalismo.

Il messaggio indirizzato dal PRCF al candidato Mélenchon: fare fronte contro la fascistizzazione Le Pen-Macron

Polo di Rinascita Comunista in Francia, 23 aprile 2017

Caro cittadino Mélenchon,

Le esprimiamo le nostre congratulazioni per il risultato elevato, che avrebbe potuto essere ancora migliore se il dibattito sulla Frexit progressista si fosse potuto sviluppare in modo disteso.

E ci congratuliamo anche per il Suo rifiuto, questa sera, di cadere nella trappola di uno pseudo-fronte repubblicano dietro Macron, che vuole dissolvere la Repubblica nell’impero euro-atlantico del capitale e delle guerre della NATO.

Tenga duro su questa posizione. L’antifascismo non passa dall’euro-disintegrazione della Francia, ma dall’unione della bandiera rossa con quella tricolore, a un tempo contro il FN e contro l’euro-dittatura del capitale.

Salute e fraternità!

Per il PRCF Georges Gastaud e Antoine Manessis.

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