Lombardia: FP Milano sull’esito del Referendum autonomista e sui risultati della campagna per il NO

Comunicato della sezione milanese di Fronte Popolare

FRONTE POPOLARE ringrazia gli  elettori lombardi (3,9%) che hanno votato NO al Referendum autonomista lombardo e nei prossimi giorni, dopo una più dettagliata analisi e in presenza di dati definitivi che tardano a giungere, elaborerà una riflessione politica del voto che non mancherà di far conoscere a tutti gli elettori.

FRONTE POPOLARE, consapevole delle sue forze, non pretende di intestarsi tutti i voti del NO, ma rivendica di essere stato praticamente l’unica forza politica a svolgere attivamente una campagna per il NO, distribuendo nelle piazze e nei mercati migliaia e migliaia di volantini per denunciare tutta la gravità del momento politico e le motivazioni per cui era necessario votare NO, chiamando le lavoratrici e i lavoratori alla partecipazione attiva in difesa dell’unità e della solidarietà tra tutti gli italiani.

FRONTE POPOLARE non considera corretto che il variegato fronte astensionista rivendichi come un risultato proprio il fatto che l’ affluenza sia  stata “solo” del 39%. Non dimentichiamoci, ad esempio, che per il referendum “Trivelle” del  2016 votò il 30,5% degli elettori. Un Comunista mai dovrebbe cantare vittoria quando il popolo non partecipa; nel corso della loro lunga storia e sin dai tempi della Secessione dell’Aventino, i Comunisti non si sono mai astenuti perché invitare alla NON partecipazione è sempre un regalo ai padroni. Stavolta il regalo è al PD, che sostiene lo stesso modello di autonomia di Maroni – non a caso in questi giorni perseguito dal presidente della Regione Emilia Romagna Stefano Bonaccini tramite l’apertura di una trattativa diretta con il governo Gentiloni – e vuole semplicemente sostituirlo alla guida della regione per poi continuare nella politica di lottizzazione della regione e delle sue risorse tra le clientele dei vari partiti padronali di cui già si è reso corresponsabile in combutta con le giunte Formigoni e Maroni.

Ecco perché FRONTE POPOLARE stasera può ben dire di aver fatto la sua parte e di aver contribuito ad un importante risultato. Alla luce di questi risultati, FRONTE POPOLARE ritiene che se il campo delle forze politiche e sociali che tanto si impegnò contro Renzi lo scorso 4 Dicembre, avesse partecipato attivamente a questa campagna elettorale schierandosi per il NO, e cioè chiamando tutti i cittadini alla difesa dell’unità costituzionale ed antifascista, questo Referendum avrebbe addirittura potuto essere vinto, dando una pesante batosta politica alla destra leghista e alle convergenze occulte tra affaristi di destra e di centrosinistra a spese delle lavoratrici e dei lavoratori tanto della Lombardia come di tutta Italia. L’aver invece scelto, a sinistra, la linea astensionista dimostra tutta la sudditanza politica nei confronti del PD, nella misera speranza bottegaia di ricevere qualche contentino in vista delle regionali 2018.

FRONTE POPOLARE ritiene altresì interessantissimi questi risultati elettorali per la dimostrazione che offrono del palese scollamento anche tra gli elettori M5S ed il loro gruppo dirigente, che per settimane ha fatto campagna per il SI, fino a gareggiare con la Lega riguardo alla paternità di questo Referendum.

Al termine di una campagna referendaria che ci ha permesso di rinnovare lo stretto contatto che abbiamo costruito con la popolazione delle zone più popolari e operaie delle province in cui siamo presenti, riteniamo che l’esito di questa campagna segnali come sia andata sostanzialmente persa un’occasione importante per avviare un processo di partecipazione popolare finalizzato a farla finita con il sistema consociativo che unisce i partiti di destra che compongono la giunta Maroni e le loro clientele con il centrosinistra ai danni delle lavoratrici e dei lavoratori della Lombardia.

FRONTE POPOLARE chiede con forza che la giunta Maroni sia chiamata a rispondere degli sprechi di una campagna referendaria costosissima e falsata dalle restrizioni vergognose imposte alla libertà di espressione di chi ha sostenuto le ragioni del NO. Riteniamo che per questo motivo le dimissioni della giunta regionale sarebbero un atto dovuto.

Il nostro impegno in favore dell’uguaglianza, della solidarietà e dell’unità tra tutte le lavoratrici e i lavoratori continuerà nella consapevolezza di aver fatto quanto in nostro potere perché la campagna referendaria diventasse un passaggio utile a creare le condizioni per la rinascita di una vera opposizione sociale e politica in Lombardia.

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