Nonostante i proclami pre-elettorali, le condizioni dei lavoratori e delle classi più disagiate non sono cambiate. Il Jobs Act non è stato cancellato così come le oltre 40 tipologie di contratti precari introdotti dai precedenti governi targati Lega-FI e PD.
Il cosiddetto “Decreto Dignità” reintroduce i “voucher” e non intacca le speculazioni sul salario e sui diritti a cui sono sottoposti i lavoratori delle cooperative e delle società che operano su appalti e sub-appalti. Il Licenziamento individuale resta anche se “illegittimo” e l’aumento dell’indennizzo a 36 mensilità tanto sbandierato decade a seguito della sentenza della Corte Costituzionale che ha giudicato incostituzionali i suoi criteri perché contrari ai principi di ragionevolezza e di uguaglianza.
Le pensioni restano contributive anche a quota 100 e forniranno assegni molto bassi per i pensionati futuri.
La democrazia nei luoghi di lavoro è stata cancellata dagli Accordi sulla Rappresentanza che sanciscono la “pace sociale” e negano ai lavoratori il diritto di scegliere i propri rappresentanti. Le sigle sindacali firmatarie, infatti, si impegnano a non indire scioperi e a non far scioperare i lavoratori imponendo loro le c.d. “politiche di raffreddamento” e le “sanzioni” previste dall’Accordo sulla Rappresentanza che segna, in tal modo, un grave attacco ai diritti costituzionali sanciti dagli art. 39 (L’organizzazione sindacale è libera) e 40 (Lo sciopero è un diritto).
Fronte Popolare sostiene lo sciopero indetto dai sindacati di base CUB, Slai COBAS, Si COBAS, SGB, USI AIT, e sarà accanto a loro nella battaglia per la democrazia sindacale, contro gli Accordi sulla Rappresentanza, per il diritto dei lavoratori di scegliere i propri rappresentanti.
Fronte Popolare sarà presente alle manifestazioni indette il 26 ottobre e sosterrà le iniziative per rilanciare il conflitto, poiché lo stesso costituisce la base di una democrazia ed è l’unico strumento che la Costituzione assegna ai lavoratori e ai cittadini per contribuire alla trasformazione della società e per partecipare alla “vita sociale, politica ed economica del Paese”.