Fronte Popolare fin dalla sua nascita ha posto al centro della sua azione la necessità di convergenze ampie e di un processo di sintesi tra tutti i comunisti per la ricostruzione del partito rivoluzionario, del partito che curi gli interessi della classe sfruttata. Per questo motivo si è sempre posta in maniera di essere una collettrice di organizzazioni politiche, sindacali, di singoli compagni e compagne, per la necessaria unione di tutte le forze rivoluzionarie presenti in questo Paese e all’estero. Gli ambiti di lotta che vedono Fronte Popolare attiva sul territorio di Milano, di Torino, di Lodi, di Roma sono tra i più vari, come deve essere l’obiettivo di un’organizzazione comunista: coprire tutti i terreni del sociale, per portare la sua visione, la sua forma organizzativa, che sia sempre dalla parte della classe sfruttata e contraria agli interessi della borghesia italiana e della castrante Unione Europea.
Tra tutti questi temi dei quali Fronte Popolare si interessa, sempre centrale è stato il tema della Scuola e dell’Università, con le parole d’ordine di volere un’istruzione pubblica, laica e gratuita.
Le nostre lotte
Scuola
Nei nostri quasi due anni di esistenza e di lotta abbiamo portato avanti queste rivendicazioni, opponendoci strenuamente alle politiche studentesche del primo governo Renzi e successivamente dell’attuale Gentiloni, lanciate sul binario della privatizzazione, dell’asservimento alle logiche del capitale europeista e delle incessanti richieste di subordinazione alla produzione di Confindustria, la quale vede gli studenti come futuri lavoratori da sfruttare. Ci siamo attivamente posti contro la logica malsana dell’“alternanza scuola-lavoro”, lavoro gratuito e spesso controproducente o pericoloso spacciato per “istruzione”, ma in realtà solo una volontà del governo e di Confindustria di dare spazio nelle scuole alle multinazionali, nella logica strisciante della privatizzazione della scuola e dell’università pubblica, o della costruzione di operai poco specializzati già all’età di quindici anni, pronti ad entrare nel mondo del lavoro precario e sottopagato. Siamo contrari alle nuove forme di controllo dello studente e del professore, con le nuove norme della “Buona Scuola” che aumentano i poteri dei presidi, dando loro maggiori possibilità di controllo sull’assunzione e sull’operato di professori, obbligandoli a tacere temi “scomodi”, come trattare di marxismo o di temi di politica odierna. Assolutamente contrari anche alle forme di repressione poliziesca che si abbattono sugli studenti con improvvise retate con cani antidroga, carabinieri e camionette all’interno degli istituti, utili non tanto a sequestrare infimi quantitativi di stupefacenti leggeri quanto a instillare il clima repressivo anche all’interno della scuola, il luogo di studio e crescita intellettuale della persona. Inoltre siamo contrari agli ossimorici finanziamenti pubblici alle scuole private, nella maggior parte dei casi in mano a organizzazioni della Chiesa Cattolica, che costituiscono un ambiente reazionario e classista, impedendo alle famiglie che non si possono permettere di pagare le alte rette per la frequenza scuole ben attrezzate e composte da insegnanti più motivati, obbligandoli a frequentare scuole pubbliche fatiscenti, con un basso organico di professori e ostacolando dunque gli studenti da una migliore esperienza scolastica ed educativa
Università
In ambito universitario siamo attivi nel fronte che contrasta la riduzione degli appelli d’esame e l’inserimento del numero chiuso nelle facoltà di Studi Umanistici dell’Università Statale di Milano, ormai anch’esse divenute blindate e classiste, allo stesso modo riteniamo classista la scelta – in combutta con il Sindaco di Milano – di trasferire le sedi fisiche delle facoltà scientifiche nell’ex area Expo, per poter ancora speculare su un terreno che è stato oggetto di uno stupro naturale prima, e di corruzione e implicazioni mafiose durante lo svolgimento di Expo 2015. Nell’ambito degli altri infiniti problemi relativi all’Università Statale, siamo a fianco delle lavoratrici e dei lavoratori della mensa, vessati da cambi di gestione e riassemblamento del personale: lottiamo per una mensa interna e non in mano ad appalti esterni, gestita e controllata da Università, lavoratori e studenti. Infine pretendiamo la riapertura di spazi condivisi per i gruppi e le associazioni studentesche, sanciti sulla carta dal regolamento firmato dal Rettore ma chiusi da più di un anno.
Appello
Per questi motivi ci appelliamo a tutte le organizzazioni partitiche e politico-studentesche che siano presenti sul territorio di Milano per l’unione sulle tematiche studentesche e universitarie, per la creazione di un fronte di lotta unitario nelle scuole e nelle università, che sia un fronte comune, indipendente e dunque inclusivo per tutti, singoli ed organizzazioni, che contrasti le ingerenze privatistiche, industriali, clericali ed europeiste, per far sì che l’istruzione non diventi un appannaggio di pochi eletti ma che sia popolare e gratuita, completa e pubblica.